Dalla quarta indagine trimestrale congiunturale del 2022 elaborata da Confartigianato Imprese Piemonte emerge un pesantissimo clima di sfiducia nel prossimo futuro per le imprese artigiane.
Guardando l’andamento occupazionale, il saldo ha una significativa variazione negativa, passando dal + 0,46% al –4,78%.
Anche in riferimento alle ipotesi di assunzione di apprendisti il saldo peggiora notevolmente, scendendo ulteriormente dal –12,58% al –21,82%.
Analoga decrescita vertiginosa tocca le previsioni di produzione totale, il cui trend prosegue la propria discesa: dal –3,57% si passa al –17,27%, disperdendo completamente i timidi segnali di ripresa registrati nel trimestre precedente.
Il saldo relativo all’acquisizione di nuovi ordini conferma il generale peggioramento delle previsioni, passando dal –6,38% al –17,04%.
Le previsioni di carnet ordini sufficienti per meno di 1 mese aumentano dal 36,02% al 38,41%; quelle di carnet da uno a tre mesi salgono dal 42,55% al 44,09%; quelle di carnet superiore ai tre mesi diminuiscono notevolmente dal 21,43% al 17,50%, confermando le difficoltà di programmazione oltre al brevissimo periodo.
Le proiezioni di investimenti per ampliamenti diminuiscono dall’11,80% al 7,95%, quelle per sostituzioni crescono lievemente dal 15,22% al 15,91%. Infine, gli intervistati che non hanno programmato investimenti aumentano dal 72,98% al 76,14%.
In riferimento alle previsioni di acquisizione di nuovi ordini per esportazioni, la proiezione conferma il trend negativo degli ultimi mesi e passa dal –29,97% al –35,68%.
Le previsioni di regolarità negli incassi si riducono lievemente, passando dal 65,22% al 64,32%, le stime di ritardi crescono dal 33,85% al 35,45%, mentre le previsioni di anticipi negli incassi rimangono quasi nulle, scendendo dallo 0,93% allo 0,23%.
“La recessione indotta, la pandemia sanitaria, la ‘pandemia energetica’, il rincaro delle materie prime, l’inflazione, l’instabilità internazionale e la guerra in corso in casa nostra – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – stanno colpendo duramente imprese e famiglie italiane. Siamo nel pieno di una ‘economia di guerra’, una situazione più preoccupante di quella che fu l’austerity conseguente alla crisi petrolifera dei primi anni Settanta, di cui forse non c’è una piena consapevolezza”.
“I dati rilevati dal nostro Ufficio studi – continua Felici – dipingono il quadro del forte clima depressivo che stanno vivendo le nostre imprese, molte delle quali navigano a vista perché strozzate da bollette che rappresentano un cappio al collo che spegne silenziosamente le loro prospettive di vita”.
“Vogliamo sperare, anzi, pretendiamo – conclude Felici – che questa consapevolezza l’abbia il nuovo Governo, con una precisa e rapida assunzione di responsabilità. Sappiamo che il gioco, soprattutto in materia energetica, è in mano ad attori che travalicano i confini nazionali ed istituzionali, per cui è necessario agire tempestivamente e con unità per sottrarre il Paese agli speculatori internazionali. Quello che stiamo vivendo è l’estrema conseguenza di un gioco che arricchisce pochi ai danni di molti e ci rende ostaggio delle oscillazioni di mercato su un bene come l’energia, che non dovrebbe assolutamente essere soggetto a certe dinamiche”.
L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha redatto la quarta indagine trimestrale 2022 utilizzando un questionario telematico rivolto ad un campione significativo di 2.250 imprese selezionate nei comparti di produzione e di servizi che rappresentano maggiormente l’artigianato della nostra regione.
Consulta QUI l’indagine