Venerdì 13 il primo incontro con la Regione Piemonte
In Piemonte le imprese dell’artigianato, del commercio, del turismo e dei servizi rappresentano il 68% delle imprese (315.000) ed occupano quasi un milione di lavoratori. Lo sviluppo del Piemonte dipende in gran parte dalla loro crescita e competitività. La Commissione europea, già nel 2008, si accorse del loro ruolo essenziale nell’economia varando lo Small business act (Sba) ed impegnando gli Stati membri a destinare obbligatoriamente una parte delle risorse europee proprio alle misure per il sostegno e lo sviluppo delle piccole e micro imprese.
In quest’ottica Rete Imprese Italia ha presentato alla Regione Piemonte le proprie proposte per la destinazione e l’utilizzo dei fondi strutturali 2014/2020, rimediando alle carenze presenti nelle bozze di documentazione circolate ed alla scarsa attenzione finora registrata al confronto con le organizzazioni datoriali e, più in generale, con le diverse parti sociali. Dopo cinque anni di crisi i fondi strutturali europei saranno le uniche risorse su cui potranno contare artigiani, commercianti e piccoli imprenditori per essere in grado di agganciare l’eventuale ripresa e rimettersi in gioco sui mercati. Secondo Rete Imprese Italia-Piemonte perdere questa opportunità sarebbe un disastro che rischierebbe di trascinare il Piemonte in un’area economica marginale rispetto al contesto europeo.
Rete Imprese Italia si attende dagli imminenti incontri con la Regione (il primo dei quali sarà venerdì 13 settembre ndr) che tale attenzione, per ora solo verbale, si concretizzi con risposte positive su alcuni punti:
1) promuovere politiche differenziate a seconda delle dimensioni d’impresa e non a taglia unica;
2) offrire soglie d’investimento minime proporzionate ai bilanci delle imprese;
3) scindere il binomio ricerca/innovazione, nel senso di premiare l’impresa che innova non solo sul prodotto, ma anche sul processo di vendita o di organizzazione;
4) permettere di fruire di più misure integrate di sostegno, sommando gli incentivi per gli investimenti con quelli per la formazione professionale;
5) integrare la politica industriale con quella dei servizi;
6) prevedere una rete di supporto qualificata per aiutare le micro e le piccole imprese nell’accesso alle misure di sostegno nei bandi;
7) sostenere il credito e i confidi quali strumenti insostituibili nel rapporto tra piccola impresa e banca.