A seguito della recente pubblicazione della Legge regionale n. 12 del 15 maggio 2020 “Primi interventi di sostegno finanziario per contrastare l’emergenza da Covid – 19”, Confartigianato Imprese Piemonte ha espresso alla Regione Piemonte la propria preoccupazione per la marginale inclusione delle attività artigiane nell’estensione del Bonus Piemonte sancita dall’art. 4 della predetta Legge, richiamando attenzione della stessa sull’esigenza di un sostegno economico da rivolgere ad altre categorie artigiane danneggiate dall’emergenza sanitaria in atto.
Da una recente indagine condotta dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte, emerge che le attività maggiormente danneggiate da questa profonda e inaspettata crisi sono proprio quelle non ricomprese tra i destinatari della misura di sostegno.
Il settore della fotografia, per esempio, proprio per la natura dei servizi erogati, è tra quelli maggiormente penalizzati dalle misure di contenimento al contagio da Covid-19 imposte dal Governo. I fotografi, infatti, a dispetto dell’opportunità di poter continuare ad esercitare l’attività, hanno visto nella realtà un crollo delle commesse pressoché totale a causa dell’annullamento delle cerimonie religiose, degli eventi fieristici, dell’attività di promozione pubblicitaria da parte delle aziende, fino ad arrivare ai piccoli servizi, ad esempio le foto-tessera o i ritratti, la cui richiesta è stata azzerata a fronte dell’impossibilità da parte della clientela di recarsi presso gli studi fotografici. Il risultato è che, sebbene “aperte”, queste imprese di fatto si ritrovano chiuse e a zero fatturato, ma devono continuare a sostenere i costi fissi e - proprio in quanto “aperte” – non sono state ricomprese né nelle misure di sostegno previste dal Governo per le attività sospese, né ricomprese (come peraltro già indicato nella nostra precedente comunicazione) tra le misure di sostegno economico che la Regione Piemonte ha concesso ad alcune categorie attraverso il Bonus Piemonte. Peraltro, contrariamente alle attività che vedranno una ripresa – seppur lenta – con il graduale riavvio della mobilità sociale, per la fotografia si prospetta un intero anno di black-out a causa del rinvio al prossimo anno di tutti gli eventi di aggregazione quali matrimoni, battesimi, comunioni ma anche di quei servizi legati alla promozione turistica del territorio, alle sfilata di moda, al lancio di nuove collezioni ed agli altri eventi a carattere stagionale, che non potranno essere recuperati.
Altro settore fortemente toccato dal lockdown da Covid – 19 è quello della moda. Ingenti sono stati gli investimenti finanziari e umani che le imprese della moda – fiore all’occhiello dell’acclamato Made in Italy – hanno sostenuto per il lancio della nuova collezione. A tali impegni economici però, sostenuti come da prassi nei mesi che precedono l’immissione della collezione sul mercato, è seguita una giacenza in magazzino causata da un invenduto irrecuperabile dovuto alla cancellazione delle rispettive commesse.
Una criticità simile a quella dei fotografi, anche in termini prospettici, la stanno vivendo le sartorie e le tintorie, che proprio per la sospensione di cerimonie ed eventi, si ritrovano di fatto annullata la loro attività, anche nei prossimi mesi.
Fortemente penalizzati anche i: calzaturieri, orafi, odontotecnici, riparatori elettrodomestici, meccatronici/carrozzerie/centri revisione/installazione GPL, trasporto merci conto terzi e autobus – tour operator.
Per garantire la sopravvivenza delle attività artigiane e la loro reale ripartenza la Federazione Regionale ha chiesto alla Regione Piemonte con urgenza la costituzione di un tavolo istituzionale di confronto con lo scopo di individuare risposte concrete con misure strutturali e straordinarie idonee, per quelle attività dell’artigianato che verosimilmente non vedranno la ripartenza nei prossimi mesi.
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