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Carrozzieri ed addetti mobilitati contro le nuove norme sul risarcimento dei danni

A rischio in Piemonte più di 1000 posti di lavoro

Se entrerà in vigore l’articolo 30 del decreto “Crescitalia” sulle norme in materia di Rc auto vi saranno più costi e meno libertà di scelta per i consumatori e saranno violati i principi della libera concorrenza per le imprese di autoriparazione. È questa la denuncia dei carrozzieri di Confartigianato.

Il provvedimento, al comma 2 dell’articolo 30 (“Efficienza produttiva del risarcimento diretto e risarcimento in forma specifica”), prevede un maggiore costo della riparazione, pari al 30%, per i consumatori che scelgano di far aggiustare il veicolo danneggiato rivolgendosi al proprio carrozziere di fiducia. Infatti, a giudizio delle Confederazioni artigiane, tale misura altera in maniera evidente la libera concorrenza nel mercato dell’autoriparazione poiché l’automobilista/assicurato non può più scegliere di farsi riparare l’auto da chi vuole, tranne se non decida di rimetterci di tasca propria il 30% di quanto gli è dovuto.

«Questo provvedimento – spiega Gianfranco Canavesio, presidente regionale Carrozzieri di Confartigianato – violerebbe anche la sentenza della Corte Costituzionale n. 180/2009 che prevede che il risarcimento diretto, al cui interno si colloca l’indennizzo in forma specifica, è facoltativo e non può essere obbligatorio. Con questa nuova normativa le imprese di autoriparazione indipendenti verrebbero fortemente penalizzate perché non convenzionate con le compagnie di assicurazione».

Nella crisi generale che stiamo attraversando tale disposizione aggraverebbe la già difficile situazione delle imprese di carrozzeria causando la chiusura di molte di esse, con la perdita di oltre 1.000 di posti di lavoro. Da qui scaturisce la forte azione unitaria della categoria impegnata a promuovere in tutte le sedi istituzionali una modifica della norma, così da salvaguardare la libertà d’impresa emarginando i cartelli delle compagnie di assicurazione.

«Invito alla mobilitazione – conclude Canavesio – le 1.932 imprese del settore, che danno occupazione ad oltre 5.200 addetti, a difesa della libertà imprenditoriale della categoria».

Comunicato Stampa (MS Word)

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