Dopo quasi due anni di previsioni pesantemente negative, dovute in massima parte alla crisi economica innescata dalla pandemia, la quarta indagine trimestrale congiunturale del 2021 predisposta da Confartigianato Imprese Piemonte riporta stime apparentemente ottimistiche.
Il saldo delle previsioni della produzione totale torna in terreno positivo, passando dal -27,65% al + 1,78%.
Anche per quanto concerne l’acquisizione di nuovi ordini, nel saldo prevalgono gli ottimisti: dal -42,57% al +1,04%.
Le stime di carnet ordini sufficienti per meno di 1 mese scendono dal 49,43% al 35,66%; quelle di carnet da uno a tre mesi aumentano dal 38,80% al 43,83%; quelle di carnet superiore ai tre mesi salgono dall’11,77% al 20,51% evidenziando una maggiore fiducia nella possibilità di commesse di lavorazione di medio e lungo periodo.
La negatività del saldo delle previsioni di acquisizione di nuovi ordini per esportazioni si riduce, passando dal -44,17% al -30,47%.
Le stime di investimenti per ampliamenti programmati per i prossimi 12 mesi salgono dal 7,77% al 13,22%; le ipotesi di investimenti per sostituzioni aumentano dal 12,29% al 16,49%; coloro che non prevedono investimenti scendono dal 79,94% al 70,29%.
Le proiezioni di regolarità negli incassi salgono dal 57,60% al 67,46%, mentre le previsioni di ritardi diminuiscono dal 41,94% al 31,20%.
In merito all’andamento occupazionale, il saldo, pur se ancora negativo, migliora fortemente, risalendo dal -21,83% al -3,87%.
Per quanto riguarda le previsioni di assunzione di apprendisti la negatività del saldo si riduce, passando dal -35,38% al -18,57%.
“Gli artigiani – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte –credono nella ripartenza. Tuttavia queste previsioni rischiano di rimanere teoriche se non si superano il credit crunch, il costo esorbitante delle materie prime e i ritardi dei pagamenti della P.A., baratri messi sulla strada delle imprese che hanno ripreso a muovere timidamente i loro passi dopo il dramma del lockdown e dei dieci anni precedenti di recessione indotta. Per avviare la ripresa e far sì che le risorse derivanti dal PNRR non vengano utilizzate a meri fini emergenziali, ma di carattere strutturale per dare vita ad uno sviluppo economico durevole, occorrono vere riforme ed il pieno coinvolgimento delle imprese artigiane e delle piccole imprese, il cui modello coniuga sostenibilità sociale, economica ed ambientale”.
“Sottolineo pertanto – conclude Felici – l’esigenza che il ruolo delle micro e piccole imprese, che rappresentano il 94% del tessuto produttivo del nostro Paese, venga pienamente valorizzato nell’attuazione del PNRR. A tal fine occorre da un lato che il bonus/detrazioni (facciate, ecobonus, sismabonus e ristrutturazioni) diventi strutturale, dall’altro la concreta riduzione della pressione fiscale, la reale semplificazione della burocrazia, l’agevolazione nell’accesso al credito, il sostegno all’innovazione, il miglioramento delle strutture materiali ed immateriali, la definizione di offerte formative mirate. Indispensabile è anche una riforma del mercato del lavoro che incentivi le assunzioni da parte delle imprese artigiane e consenta ai giovani nuovi sbocchi occupazionali”.
L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha realizzato la quarta indagine trimestrale 2021 sulla base delle risposte ad un questionario telematico che ha coinvolto un campione di 2.250 imprese artigiane piemontesi selezionate nei comparti di produzione e di servizi maggiormente rilevanti.
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