E’ un’inflazione da record quella che in Piemonte sta investendo imprese e famiglie, passata dallo 0,5% di febbraio 2021 al 5,1% dello stesso mese di quest’anno (prima la Sicilia con +6,8%), con un incremento netto su base annua pari al 4,6%. La maggior parte dell’aumento dei prezzi deriva dai beni energetici, che a febbraio di quest’anno hanno subìto un incremento del 23,9% rispetto allo stesso mese dell’anno appena concluso, passando così da -0,7% del 2021 al 23,2% del mese in corso.
“L’inflazione – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – è la nuova ‘pandemia economica’ alla quale si deve dare una risposta rapida. Il rischio dei costi che stanno esplodendo si potrebbe presto tradurre in saracinesche abbassate. Infatti la forte spinta dei costi, insostenibile in alcuni settori, sta riducendo i margini delle imprese e determina un pesante rialzo dei prezzi alla produzione. Riduzione dei margini che diviene palese quando si confronta l’inflazione ‘in entrata’, ovvero materie prime ed energia, e quella in ‘uscita’ cioè il costo dei prodotti e dei servizi che in molti casi è ancora negativa. Significa che le imprese non vogliono o non possono trasferire i maggiori costi sul cliente. Una situazione che però non reggerà a lungo”.
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