La delegazione del Piemonte, guidata dal Segretario Regionale Carlo Napoli, presente alla seconda edizione di Match Point – Nuova energia per il Paese’, , due giorni di intenso approfondimento e dibattito organizzati il 3 e 4 ottobre a Roma da Confartigianato.
Le Associazioni di rappresentanza come Confartigianato rappresentano la ‘bussola’ indispensabile per orientare gli imprenditori e aiutarli ad affrontare le incognite e le contraddizioni di un mondo nuovo, scosso dagli effetti della pandemia e ora dalle conseguenze della guerra nel cuore dell’Europa.
Oltre 200 rappresentanti del Sistema Confederale provenienti da tutta Italia si sono confrontati con esperti, docenti universitari, stakeholder, con l’obiettivo di individuare i possibili percorsi di un nuovo sviluppo.
“I profondi e traumatici cambiamenti che stiamo vivendo – ha detto in apertura dei lavori il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – ci impongono nuove e grandi responsabilità. Sentiamo il dovere di adeguare la nostra strategia associativa ad un contesto che muta repentinamente ed esige nuove risposte di rappresentanza e di servizio. Dobbiamo costruire ‘mappe di navigazione’ per condurre gli imprenditori in un percorso complesso, consapevole dei rischi ma anche delle opportunità, e che punti ad un ancoraggio sicuro”.
Per Massimiliano Valerii, Direttore generale del Censis, un punto fermo del nuovo mondo che ci aspetta nel prossimo decennio è rappresentato proprio dalle imprese ‘a valore artigiano’, indicate come determinanti per creare occupazione, riattivare la domanda interna, contribuire a uno sviluppo sostenibile ed inclusivo, creare Pil ‘sociale’, garantendo la vitalità, la qualità della vita, il benessere sociale dei territori.
Potranno realizzare questi obiettivi se accompagnate da un’Organizzazione come Confartigianato chiamata a tenere saldo il timone del ‘valore artigiano’ negli scenari descritti da Paolo Magri, Vicepresidente esecutivo di Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale), il quale ha sottolineato che “nulla tornerà come prima. Dobbiamo prepararci a profondi cambiamenti geopolitici a livello globale. Ma occorre resistere e prepararsi a cogliere anche le opportunità positive dalle tante cose che cambieranno”.
“Per gestire questa delicata fase economica occorre agire sulle leve delle risorse economiche nazionali puntando – ha spiegato Veronica De Romanis, docente di Politica economica europea all’Università Luiss di Roma – sul completamento del Pnrr, sulle riforme, sulla ricomposizione della spesa pubblica, sulla capacità di rendere sostenibile il nostro debito pubblico, selezionando gli interventi più utili per favorire la capacità produttiva e una crescita inclusiva”.
Anche Federico Testa, docente di Economia e gestione delle imprese all’Università di Verona, ha sottolineato l’importanza delle Associazioni di rappresentanza delle imprese per affrontare l’emergenza energetica con soluzioni a misura di MPI. Efficienza è la parola d’ordine indicata da Testa per accompagnare gli imprenditori, che da soli non possono farcela, nelle nuove scelte per abbattere i costi, diversificare le fonti di approvvigionamento, individuare gli incentivi, puntare su energie rinnovabili e modalità di autoproduzione come le comunità energetiche.
La coesione, la disponibilità a fare squadra e a creare relazioni di fiducia e di qualità per essere competitivi è anche la ‘ricetta’ proposta da Leonardo Becchetti, docente di Economia politica all’Università Tor Vergata di Roma.
Di alleanza tra banche e imprese ha parlato Antonio Patuelli, Presidente dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana) il quale non ha avuto remore nel sollecitare un nuovo Pnrr esclusivamente energetico per affrontare l’emergenza del caro-bollette che – ha detto – non si risolve con le pur apprezzabili misure dei Decreti Aiuti varati dal Governo. Va ridotta la pressione fiscale sui consumi di energia delle imprese e, sul fronte della liquidità per le imprese, Patuelli ha rilanciato l’appello, condiviso con Confartigianato, per una nuova moratoria, un allungamento dei tempi per la restituzione dei ratei dei mutui e dei prestiti.
L’esito delle elezioni e le prospettive del prossimo Esecutivo sono state analizzate da Roberto D’Alimonte, politologo ed esperto di sistemi elettorali, secondo il quale servono riforme istituzionali che diano vita ad una forma di governo e a un sistema elettorale capaci di assicurare al Paese stabilità e durata per un’intera legislatura.
Alessandro Rosina, docente di Demografia all’Università Statale di Milano, ha affrontato uno dei temi cruciali per il futuro dell’Italia: il progressivo invecchiamento della popolazione unito alla denatalità che provocano il degiovanimento, fenomeno che vede il nostro Paese con la popolazione meno giovane in tutta l’Unione europea. “Contro questi squilibri demografici – ha detto Rosina – mancano politiche efficaci e di questo passo rischiamo il declino a causa della carenza di giovani qualificati nel mercato del lavoro”.
Un’emergenza approfondita anche da Eugenio Gotti, esperto di politiche attive del lavoro e formazione, il quale ha messo in evidenza il mismatch tra il sistema educativo e il mondo delle imprese, con la crescente difficoltà di reperimento di manodopera qualificata. Oggi – ha aggiunto – le competenze green e digitali sono richieste trasversalmente in tutti i settori ed è necessario puntare su politiche attive per innalzare la qualificazione del lavoro in relazione alla domanda sempre più esigente da parte del sistema imprenditoriale.
Di qualità del lavoro ha parlato Michele Tiraboschi, docente di diritto del lavoro all’Università di Modena e Reggio Emilia. Tiraboschi ha richiamato la responsabilità delle Organizzazioni come Confartigianato nel restituire valore culturale al lavoro. “25 anni di riforme del lavoro – ha detto – non hanno portato grandi risultati. Bisogna ripartire dal ruolo delle rappresentanze imprenditoriali per rilanciare l’identità e la qualità del lavoro in rapporto ai nuovi bisogni della società e dell’economia”.
Ermete Realacci, Presidente di Symbola, ha insistito sull’importanza del compito di Confartigianato nel favorire la transizione green delle piccole imprese. La crisi energetica – ha detto – può essere un’opportunità per innovare processi e prodotti degli artigiani e dei piccoli imprenditori che sono già protagonisti dell’economia circolare ed esprimono la sintesi tra cultura, territori, comunità, vale a dire la formula vincente del made in Italy.
Anche il welfare è terreno per un nuovo protagonismo dell’associazionismo d’impresa, secondo quanto indicato da Giovanni Fosti, Presidente di Fondazione Cariplo, il quale ha sottolineato che occorre superare la logica prestazionale per investire sui legami, sulla fiducia, sulle reti di comunità, sull’integrazione tra settori per offrire risposte efficaci alle nuove esigenze dei cittadini e delle famiglie.