“Gli articoli, le inchieste ed i servizi che in questi giorni stanno uscendo sui maggiori organi di informazione nazionali confermano quanto sostenuto da Confartigianato in merito alle inefficienze, alla complessità e agli inutili costi del Sistri per le imprese chiamate ad attuarlo. Il sistema telematico per la tracciabilità dei rifiuti pericolosi va superato e deve essere istituito un nuovo sistema che risponda ai requisiti di efficienza, economicità ed efficacia”.
È quanto sollecita Confartigianato, ricordando che “negli ultimi due anni 325.470 imprenditori italiani hanno speso 70 milioni di euro per iscriversi al Sistri, acquistare oltre 500mila chiavette USB e quasi 90mila Black Box. Risultato: il Sistri non è mai partito.
«I motivi della mancata attuazione – spiega Luca Crosetto, componente cuneese della Giunta nazionale di Confartigianato – sono le procedure complicate e costose, i problemi e ritardi nella distribuzione dei dispositivi USB e nell’installazione delle black box, i malfunzionamenti dovuti a difetti strutturali nell’hardware e nel software, i continui correttivi legislativi e procedurali».
«Non basta – continua Crosetto – il differimento, deciso dal Ministero dell’Ambiente, del pagamento del contributo SISTRI al 30 novembre 2012. Il contributo va soppresso perché si riferisce ad un servizio che non esiste. Va ripensato l’intero sistema, tenuto conto della sostanziale inoperatività del Sistri a fronte delle quote già versate dalle imprese negli ultimi due anni».
«Nessuno – aggiunge Domenico Massimino, presidente provinciale di Confartigianato Imprese Cuneo – mette in dubbio la necessità di combattere le ecomafie. Ma bisogna riuscire a farlo con modalità semplici in capo alle imprese per garantire una gestione efficiente e poco costosa ed efficaci risultati».