Confartigianato e Ministero per la Pubblica Amministrazione insieme per tagliare la burocrazia e semplificare il rapporto tra imprenditori e Pa. L’impegno è stato condiviso oggi durante l’incontro tra il Ministro per la Pa Paolo Zangrillo e la Giunta Esecutiva della Confederazione.
Il Presidente di Confartigianato Marco Granelli, nell’introdurre il confronto con il Ministro, ha sottolineato: “Una Pa semplice ed efficiente è una delle priorità per sostenere il rilancio delle attività economiche. Nel rapporto tra le imprese e la Pa va sostituita la logica del “sospetto preventivo” con quella del “controllo successivo”. La semplificazione degli adempimenti a carico degli imprenditori va realizzata con una sola istanza, una sola piattaforma informatica, una sola risposta e un solo controllo. Digitalizzazione delle comunicazioni tra imprese e Pa, interazione delle banche dati pubbliche, unificazione front-office del SUAP digitale, standardizzazione delle procedure e implementazione del fascicolo elettronico dell’impresa sono le condizioni per una vera innovazione della Pa”.
Da parte sua il Ministro Paolo Zangrillo si è detto convinto che “la semplificazione assume un ruolo sempre più centrale nel rapporto tra Pubblica amministrazione e imprese. È innegabile che procedure e adempimenti si siano stratificati in modo disordinato, trasformando la complessità in complicazione e determinando ostacoli e rallentamenti. L’obiettivo assegnato dal Pnrr è di reingegnerizzare e digitalizzare 600 procedure entro il 2026, 200 delle quali entro il 2024. Abbiamo già raggiunto un quarto dell’obiettivo fissato al 2024, dando boost a investimenti e cantieri. Dobbiamo continuare su questa strada in collaborazione con le associazioni di categoria. È solo insieme che possiamo arrivare lontano”.
“La semplificazione – ha ribadito il Presidente Granelli – rimane quindi una delle politiche più importanti per il rilancio dell’economia del Paese. Semplificazione, però, non vuol dire deregulation. Non significa, infatti, abbassare gli standard qualitativi fissati nei requisiti professionali delle nostre categorie, né ridurre la tutela degli interessi pubblici quali l’ambiente, la sicurezza sul lavoro, la sanità… Siamo per una “buona burocrazia” ovvero un rapporto positivo tra le imprese e la PA”.
Il Ministro Paolo Zangrillo ha replicato, sottolineando: “Stiamo lavorando a uno schema di decreto legislativo sui controlli sulle attività economiche. Dobbiamo garantire alle imprese maggiore stabilità e certezza, eliminare duplicazioni e trovare soluzioni efficaci e fare in modo che abbia vigore e funzioni il fascicolo informatico d’impresa. È un cambio di passo di straordinaria importanza”. La bozza è allo studio del ministero, e prevede la generazione di “un registro dei controlli digitale, accessibile a ogni amministrazione pubblica, con la possibilità di verificare in tempo reale se un’impresa sia stata sottoposta a controlli, in che modo e quali. A breve convocheremo le imprese perché vorremmo arrivare al Consiglio dei ministri con una proposta che sia letta e condivisa con loro”.
Piena sintonia, quindi, sulla necessità di una svolta nelle politiche per abbassare il livello di pressione burocratica sulle imprese che, ha denunciato Confartigianato, vede l’Italia ‘maglia nera’ in Europa con un indice del 75,5% rispetto al 58,3% della media Ue (leggi la notizia: “Italia 1° in Ue per pressione burocratica sulle imprese, ma al 26°posto per fiducia nella PA. Il report di Confartigianato“).
Un’analisi dell’Ufficio studi di Confartigianato sulla base dei dati della Commissione Ue – che misurano l’esposizione delle aziende alle complessità amministrative, all’ipertrofia legislativa, alle norme in materia di lavoro, al peso del fisco – mostra che nel 2022 le complicazioni delle procedure amministrative sono state un problema per l’82% delle imprese italiane, l’eccesso di norme e il loro continuo cambiamento e la pressione fiscale sono denunciati come un ostacolo dall’81% delle nostre aziende, le norme restrittive sul lavoro impattano negativamente sul 57% degli imprenditori.
Che ci sia molto da migliorare nei rapporti tra cittadini e Pubblica amministrazione lo dimostra anche il fatto che, secondo i dati della Commissione Ue elaborati da Confartigianato, soltanto il 31% dei cittadini italiani ha fiducia nella Pa, con un divario di 19 punti percentuali rispetto alla media Ue (50%). Una quota che colloca il nostro Paese al penultimo posto tra i 27 paesi dell’Ue, davanti solo alla Grecia (26%).
Siamo nelle ultime posizioni in Europa anche per l’interazione digitale con gli uffici pubblici. Confartigianato evidenzia, infatti, che, secondo la rilevazione DESI 2022, il 40,4% degli utenti internet italiani ha ‘dialogato’ con la Pubblica amministrazione tramite portali online (e-Government Users), dato inferiore di 24,4 punti percentuali rispetto alla media Ue del 64,8% e che pone l’Italia al terzultimo posto, seguita da Romania e Bulgaria.
L’innovazione digitale non ha ancora raggiunto alcuni servizi pubblici essenziali per le imprese. Ad esempio, per il settore dell’edilizia, soltanto il 15% dei Comuni prevede il completo iter telematico per rilasciare i permessi di costruire. Una quota che sale al 20,1% nel Nord-Ovest e scende al 9,1% nel Mezzogiorno Mancano all’appello della completa gestione online di questo importante servizio ben 6.760 amministrazioni comunali.
In foto, da destra: il Segretario Regionale Carlo Napoli, il Presidente Nazionale Marco Granelli, il Ministro Paolo Zangrillo e il Segretario di Confartigianato Piemonte Orientale Amleto Impaloni.