Confartigianato Imprese Piemonte, unitamente alle altre Organizzazioni piemontesi di rappresentanza dell’Artigianato e del Commercio, ha portato il suo contributo durante i lavori dell’assemblea aperta del Consiglio Regionale del Piemonte svoltasi lo scorso 16 gennaio. Per Confartigianato è intervenuto Cristiano Gatti, vice Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, il quale anche a nome di CNA Piemonte, Casartigiani Piemonte, Confcommercio Piemonte e Confesercenti Piemonte, ha portato all’attenzione dei Consiglieri le principali proposte volte a mitigare le difficoltà che stanno attraversando le micro e piccole imprese.
Gatti ha evidenziato come la crisi delle medie e grandi aziende che coinvolge inevitabilmente un numero significativo di lavoratori, abbia una immediata ripercussione in tutte le imprese della catena di fornitura diretta e dei servizi, catena che spesso è costituita da micro e piccole imprese dei settori dell’industria e dell’artigianato, dei trasporti, della logistica e del commercio. A queste problematiche dirette – ha aggiunto – si aggiungono le difficoltà che le stesse stanno già attraversando in ragione dei diversi contesti e delle componenti che le contraddistinguono. Parlare, quindi, della sola crisi della grande impresa è un errore e i dati relativi al rapporto nati-mortalità delle imprese artigiane e commerciali lo dimostrano.
Infatti, se osserviamo i dati del periodo 2022-2012 si può rilevare che, per il comparto dell’artigianato, a parte l’anno 2022 (+480, ultimo dato annuale disponibile) e l’anno 2021 (+1.271) che hanno avuto un saldo positivo per l’effetto rimbalzo post pandemico, si è registrato un saldo negativo complessivo di -15.117 imprese.In tale contesto, nonostante negli ultimi anni sia cresciuta l’attenzione della Regione nei confronti delle micro e piccole imprese, sussistono ancora difficoltà nel predisporre adeguate politiche economiche e di sviluppo parametrate sulle loro reali necessità.
Queste imprese costituiscono il 99,3% del tessuto imprenditoriale operante in Piemonte con il 58,18% degli addetti.
In sintesi, queste le nostre proposte presentate al Consiglio Regionale
Sostegno finanziario e agevolazioni
È fondamentale fornire alle micro e piccole imprese agevolazioni fiscali, accesso al credito agevolato e incentivi per l’innovazione tecnologica, al fine di rafforzarne la competitività senza la quale il tessuto produttivo risulterebbe notevolmente indebolito.
Adattamento delle politiche economiche
È necessario adeguare le politiche economiche, finora orientate principalmente verso l’industria, per affrontare le esigenze e le sfide specifiche delle imprese di piccole dimensioni, riconoscendo il loro ruolo fondamentale nella costruzione e nel mantenimento dell’economia regionale. Per rafforzare la competitività delle imprese dell’artigianato, del commercio, del turismo e sei servizi è necessario che le politiche regionali dedicate a tali settori (es. Botteghe scuola, Eccellenza artigiana, distretti del commercio, LR 18/99 per le imprese ricettive) si caratterizzino per adeguatezza di risorse e per continuità nel corso del tempo, oltre che per bandi appositamente costruiti sulle loro esigenze. In tale prospettiva le Academy di filiera dovrebbero integrarsi con le altre misure regionali dedicate al contrasto alla crisi, al sostegno agli investimenti e alla qualificazione delle imprese.
Incremento dell’attrattività dell’Artigianato e del Commercio
Implementare misure che favoriscano l’attrattività verso i settori dell’Artigianato, del Commercio, del Turismo e dei Servizi attraverso iniziative come l’orientamento professionale, la promozione del raccordo scuola/lavoro, l’adozione di programmi di alternanza scuola/lavoro.
Aggiornamento della normativa regionale del settore commercio
La legge regionale del commercio n. 28/1999 necessita di una revisione organica, che tenga conto dei cambiamenti socio-demografici, della concorrenza delle grandi piattaforme internazionali del commercio online, dell’esigenza di rigenerare e riqualificare i centri urbani, delle politiche ambientali rivolte a migliorare la qualità dell’aria. In parallelo, analoga attenzione deve essere riservata alla programmazione urbanistico-commerciale e a quella delle aree mercatali.
Sviluppo delle competenze e digitalizzazione
Investimenti mirati in programmi formativi e iniziative di digitalizzazione per sostenere queste imprese nell’acquisizione di competenze e nell’adattamento alle nuove tecnologie, migliorando così la loro competitività sul mercato.
Valorizzazione del Made in Piemonte
Promuovere attivamente il marchio “Made in Piemonte” per valorizzare e rendere più visibili i prodotti locali, creando opportunità di mercato e favorendo la crescita delle micro e piccole imprese nell’ambito della produzione e della commercializzazione.
Finanziamenti FESR differenziati
Proporre finanziamenti agevolati e a fondo perduto nell’ambito del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), destinando una quota specifica alle micro e piccole imprese e un’altra alle medie e grandi imprese, come alternativa al “calderone unico”. Questa differenziazione può garantire un sostegno più mirato alle realtà imprenditoriali di diversa dimensione.
Attrazione di talenti universitari
Promuovere interventi mirati per incentivare gli studenti universitari, sia italiani che stranieri, a scegliere il Piemonte come destinazione per avviare la propria carriera professionale ed imprenditoriale una volta laureati. Questi interventi potrebbero comprendere misure di sostegno abitativo e promozione dell’attrattività del sistema Piemonte.
Intervento per superare mismatch nel mercato del lavoro
Per superare la distanza tra domanda e offerta di lavoro, con particolare riguardo ai settori delle costruzioni, della meccanica, della ristorazione, della somministrazione e quello ricettivo, si ipotizza un progetto regionale che veda coinvolta in via prioritaria l’Agenzia Piemonte Lavoro, insieme ai sistemi organizzativi delle Associazioni rappresentative delle imprese, rivolto alla formazione e ricollocazione delle persone in uscita dal mondo lavorativo per situazioni di crisi. Tale progetto dovrebbe fare leva sia sulle politiche attive, sia su misure di incentivo economico alla ricollocazione presso le aziende.
Sgravi fiscali per il passaggio generazionale
Introdurre sgravi fiscali per agevolare il passaggio generazionale nelle imprese artigiane e commerciali, facilitando così il trasferimento di competenze e il mantenimento della continuità aziendale tra le diverse generazioni (ad es: sgravi su l’Irap).
Rimodulazione delle prestazioni occasionali
E’ necessario farsi parte attiva nei confronti del Governo per rendere maggiormente fruibile la gestione dei contratti di prestazione occasione (ex voucher oggi PrestO). I voucher hanno rappresentato una modalità flessibile per lo svolgimento di lavori occasionali, offrendo un sistema di retribuzione adatto a situazioni non continuative agevolando sia i lavoratori sia i datori di lavoro, contribuendo ad integrare nel mercato del lavoro persone che altrimenti avrebbero difficoltà ad accedervi in contesti caratterizzati da picchi di lavoro che non permettono l’inserimento con contratti a tempo determinato.
Sostegno nuove imprese commerciali nelle aree urbane
Seguendo il modello della misura MIP – Mettersi in Proprio del Fondo Sociale Europeo, per contrastare la desertificazione commerciale in atto sia nelle aree centrali sia nelle aree periferiche delle città è importante attivare una misura rivolta a sostenere l’apertura di nuove attività commerciali, con caratteristiche tali da completare l’offerta commerciale già esistente.
Rafforzamento delle strutture degli uffici regionali
Per attuare le politiche regionali e realizzare le riforme legislative necessarie, è fondamentale rafforzare la struttura degli uffici regionali preposti ai settori dell’Artigianato, del Commercio, del Turismo e dei Servizi.
Ripristino degli Osservatori Regionali
Si propone la reistituzione degli Osservatori Regionali dell’Artigianato e del Commercio, istituti che possono svolgere un ruolo fondamentale nel monitoraggio, nella raccolta dati e nell’analisi delle dinamiche e delle esigenze specifiche dei settori. Questo permetterebbe la migliore comprensione delle realtà imprenditoriali e l’adozione di politiche più mirate.