«Un inutile ed oneroso balzello burocratico».
Con queste parole, Ugo Arnulfo, rappresentante provinciale della categoria Lavorazioni Meccaniche e Metalliche, definisce la norma UNI EN ISO 9001 nell’ambito delle NTC – Norme Tecniche delle Costruzioni.
In pratica: tale norma prevede per le imprese che realizzino opere strutturali l’ottenimento, ed il mantenimento, di una specifica e costosa certificazione ISO.
«Come spesso accade – spiega Arnulfo – non si è pensato alle realtà piccole e medie delle nostre imprese artigiane, che sarebbero costrette a notevoli oneri finanziari per poter diventare “Centri di trasformazione” e continuare a costruire questo tipo di opere».
Oltre al costo economico diretto, è evidente come questo possa poi ripercuotersi sia sull’attività amministrativa della gestione dell’azienda, sia sui costi finali, impedendo all’impresa di presentarsi con prezzi competitivi sul mercato.
«Sia chiaro, – prosegue Arnulfo – siamo assolutamente favorevoli a norme che contribuiscano ad una migliore sicurezza ed a garantire la qualità del prodotto per il consumatore finale, ma, per le nostre piccole imprese che costruiscono in maniera non continuativa opere strutturali vedremmo più indicata una procedura alternativa e semplificata».
Confartigianato Imprese Cuneo, agendo con il Sistema associativo nazionale, ha infatti recentemente richiesto la presentazione di un emendamento alla sopraccitata norma per permettere di sostituire la certificazione ISO con una autocertificazione rilasciata dal titolare dell’impresa.
«Allo stato attuale – commenta Domenico Massimino, presidente provinciale di Confartigianato Imprese Cuneo – la normativa comporta effetti devastanti per il comparto artigiano delle carpenterie metalliche che oltre a sostenere consistenti costi di certificazione e di mantenimento per gli anni successivi, devono anche adempiere ai numerosi e complessi obblighi cartacei. Quello che chiediamo è, insomma, di semplificare radicalmente le procedure previste, in modo da scongiurare che la quasi totalità delle imprese artigiane sia costretta a rinunciare ad effettuare questi tipi di lavorazioni, opere che da sempre sono state realizzate dalle stesse a regola d’arte».
«Auspichiamo – conclude Arnulfo – che le nostre istanze vengano accolte e invitiamo il compente Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, nell’ipotesi di eventuali incontri sul tema, a prevedere un coinvolgimento diretto dei nostri rappresentanti del comparto, al fine di una diretta e concreta analisi della realtà del settore».