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Indagine congiunturale: commento del presidente Giorgio Felici

Giorgio Felici presidente Confartigianato Piemonte

Le previsioni degli artigiani sono caratterizzate, complessivamente, da un maggior pessimismo rispetto al trimestre scorso. Il dato, purtroppo inequivocabile, emerge dall’ultima indagine di Confartigianato Imprese Piemonte.

L’unico dato non completamente negativo si riferisce all’andamento occupazionale il cui saldo è in passivo, ma in misura minore rispetto al precedente sondaggio, passando dal –3,64% al presente –0,93%.

Peraltro, gli intervistati che intendono assumere manodopera specializzata o generica scendono allo 0% rispetto all’1,16% e allo 0,15% del trimestre scorso.

Per quanto riguarda la produzione  totale peggiora il saldo negativo, che scende dal –20,09% all’attuale –21,61%.

Ancora peggiori risultano le stime relative ai nuovi ordini il cui saldo precedente precipita dal –28,68% all’attuale –62,43%.

Per quanto riguarda il carnet ordini, nessuna delle imprese dichiara di avere ordinazioni per un periodo superiore ai tre mesi, mentre il valore del trimestre scorso si attestava sul 2,33%.

Il saldo relativo ai nuovi ordini per esportazioni fa registrare una riduzione della negatività, passando al -3,18% rispetto al –6,84% del sondaggio precedente; bisogna però osservare che le previsioni di acquisizione di nuovi ordini per esportazioni, in valore assoluto, scendono allo zero rispetto allo 0,29% del trimestre precedente.

Nessuno degli intervistati prevede investimenti per ampliamenti o per sostituzioni a fronte dello 0,15% del trimestre scorso.

Le stime di regolarità negli incassi si riducono fortemente, posizionandosi sul 28,79% rispetto al precedente 45,27%; viceversa le previsioni di ritardi salgono al 70,84% a fronte del 54,44% della precedente rilevazione.

“L’artigianato piemontese –commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte– continua, almeno in parte, a ‘tenere’ per quanto riguarda l’occupazione, ma versa in situazione veramente preoccupante sul fronte degli investimenti, ormai ridotti a zero, nonché su quello degli incassi, dove le previsioni di ritardi peggiorano pesantemente. Indubbiamente nelle valutazioni negative degli artigiani, alla perdurante situazione di crisi si aggiungono le preoccupazioni legate alla situazione politica, con il rischio di nuove elezioni in tempi brevi. Occorre che le forze politiche diano finalmente prova di responsabilità, superando particolarismi che costituiscono un lusso che l’Italia non può più permettersi. Bisogna assolutamente giungere, al più presto, alla governabilità del Paese e all’assunzione di misure strutturali per la ripresa e lo sviluppo, nonché alla ricostituzione della credibilità nei confronti dell’Unione Europea. Diversamente i sacrifici e l’impegno della collettività, e delle imprese artigiane in particolare, saranno totalmente inutili”.

La seconda indagine trimestrale del 2013 è stata svolta dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte sulla base di un campione di circa 2.500 imprese del Piemonte appartenenti ai settori di produzione e di servizi più significativi, a cui è stato sottoposto un questionario telefonico mirato.

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