Confartigianato, assieme alle altre Associazioni di categoria del comparto artigiano ed ai Sindacati, ha sottoscritto, lo scorso 3 maggio, l’Accordo interconfederale ed intercategoriale nazionale per la disciplina transitoria dell’apprendistato professionalizzante artigiano.
L’accordo, la cui scadenza è fissata al 31 dicembre 2012, si applica ai contratti di apprendistato stipulati a partire dal 26 aprile 2012, giorno di entrata in vigore della nuova disciplina sull’apprendistato.
Sono state riconfermate tutte le durate dei contratti di apprendistato previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro, con l’eccezione di quelle superiori ai 5 anni che vengono riportate al limite massimo di cinque annualità previsto dalle normative vigenti.
L’accordo si applica anche alle imprese artigiane dei settori privi di specifica copertura contrattuale; non riguarda invece le imprese artigiane del settore Autotrasporto merci e logistica in quanto la disciplina specifica di categoria è già stata definita tramite uno specifico accordo di categoria.
«Con questa sottoscrizione – commenta Luca Crosetto, componente cuneese della Giunta nazionale di Confartigianato Imprese – è stata definitivamente sancita la naturale capacità formativa dell’impresa artigiana prevedendo che potrà realizzarla tutta o in parte, all’interno dell’azienda. La formazione tecnico–professionale obbligatoria per l’apprendista, stabilita in 80 ore medie annue, sarà erogabile in affiancamento on the job, e–learning, seminari, esercitazioni di gruppo, testimonianze, action learning e visite aziendali».
«Il riconoscimento delle peculiarità dell’impresa artigiana – prosegue Crosetto – è un risultato importante; occorrerà tuttavia vigilare affinché nei contratti collettivi nazionali di lavoro vengano mantenuti, se non ulteriormente valorizzati, i parametri concordati tra le parti sociali, al fine di una corretta e giusta gestione degli stessi».
«Auspichiamo – commenta Domenico Massimino, presidente provinciale di Confartigianato Imprese Cuneo – che con l’approvazione della riforma del mercato del lavoro, in considerazione del particolare contesto di riferimento delle PMI, si possano in parte lenire le rigidità attualmente previste relative ai parametri di stabilizzazione degli apprendisti».