“Non solo start up, va incentivata la trasmissione d’impresa. 303.000 aziende ‘anziane’ sono pronte al passaggio di testimone”
A Courmayeur si è svolta l’Assemblea dei Giovani imprenditori di Confartigianato. “Start up … con 40 anni di esperienza.
“Trasmettere l’impresa per non disperdere valore”, questo il tema sul quale le nuove leve dell’artigianato e delle piccole imprese si sono confrontate con i rappresentanti del Governo e del Parlamento, con esponenti del mondo accademico e del credito.
All’iniziativa sono intervenuti, tra gli altri, il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, con delega alla famiglia, Enrico Costa, il Vice Ministro all’Economia e Finanze Luigi Casero, gli onorevoli Raffaello Vignali (Ncd) e Mino Taricco (Pd), il Presidente di Artigiancassa Fabio Banti, il Professor Gustavo Piga, docente di economia politica all’Università Tor Vergata di Roma, la professoressa Marina Puricelli, docente della SDA Bocconi.
I Giovani Imprenditori hanno acceso i riflettori sul valore economico e sociale dell’impresa artigiana, un patrimonio che deve essere preservato favorendo la successione dell’azienda non soltanto all’interno della famiglia.
I Giovani Imprenditori di Confartigianato hanno quindi sottolineato la necessità di agevolare la trasmissione d’impresa per non disperdere la ricchezza economica e di competenze professionali consolidata nelle aziende che hanno molti anni di attività alle spalle.
Durante l’Assemblea è stato eletto il nuovo Presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato per i prossimi 4 anni: Marco Nardin ha passato il testimone a Damiano Pietri, 37 anni, imprenditore di Modena, titolare di un’impresa specializzata nella produzione di bilance di precisione.
“Non solo start up: chiediamo al Governo – ha detto il nuovo Presidente dei Giovani Imprenditori Damiano Pietri – di concentrare l’attenzione e gli investimenti sul passaggio generazionale nelle imprese italiane. Nelle aziende ‘anziane’ c’è un grande valore economico e di cultura produttiva che deve essere preservato e rilanciato dai giovani, sostenendo e facilitando il passaggio di testimone a chi, erede del titolare o dipendente, vuole rilevare l’impresa con gli stessi incentivi fiscali e creditizi oggi previsti per far nascere le start up”.
Il fenomeno della trasmissione d’impresa è rilevato in un rapporto presentato dai Giovani imprenditori di Confartigianato durante l’Assemblea.
Ne emerge che per le neo imprese italiane è difficile sopravvivere ai primi anni di vita ma anche per gli imprenditori anziani è altrettanto complicato passare il testimone a chi vuole prendere in mano le redini dell’azienda.
Infatti il 42% delle imprese nate nel 2010, pari a 111.325 aziende, ha cessato l’attività a 3 anni dalla nascita. E con loro sono andati distrutti 144.301 posti di lavoro.
Nel frattempo, 303.176 piccole imprese con tanti anni di attività sono interessate dal passaggio generazionale e attendono di essere rilevate da un successore.
Dal rapporto di Confartigianato emerge, inoltre che, se le start up innovative costituite dal 2012 ad oggi sono soltanto 5.324, aumenta il tasso di cessazione a 3 anni di vita delle neo imprese. Tra il 2001 e il 2010 è cresciuto di 10 punti percentuali: dal 32% per le imprese nate nel 2001 è passato al 42% per le aziende costituite nel 2010.
La mortalità più alta si registra nel Lazio (42,2%), in Sicilia (38,4%), Campania (37,9%), Toscana (37,5%), Abruzzo (37,2%). A livello provinciale, la situazione peggiore riguarda Roma con un tasso di cessazione a 3 anni di vita delle imprese costituite dal 2010 che raggiunge il 44,7%. Seguono Prato (44,1%), Catania (41,5%), Lucca (40,9%), Caserta (40,6%). Il settore maggiormente penalizzato dalla precoce mortalità imprenditoriale è quello delle costruzioni che, a causa di questo fenomeno, dal 2010 ha perso 29.364 addetti.
A fronte della fragilità delle imprese più giovani, cresce la domanda di trasmissione d’impresa da parte delle aziende ‘anziane’.
Nel 2015 gli imprenditori italiani over 65 sono l’8,2% del totale, una quota superiore di 2,2 punti rispetto al 6,4% della media europea. Dal 2005 al 2014 la quota di titolari d’azienda anziani interessati al passaggio generazionale e alla trasmissione d’impresa è aumentata del 43,3% (34.605 in più). E dal 2006 ad oggi il passaggio generazionale nelle piccole imprese fino a 9 addetti ha riguardato il 27,3% delle aziende, al ritmo di 53 imprese al giorno.
Nella classifica regionale la quota maggiore di piccole imprese coinvolte nel passaggio generazionale entro il 2016 si rileva in Basilicata (21%). Seguono Sicilia (20,8%), Molise (20,2%), Liguria (20%).