“Oltre al danno pure la beffa. Non solo il Piemonte in quanto zona rossa deve sottostare alle misure più severe e stringenti del lockdown, che limita la circolazione, ora si aggiunge la beffa del blocco del traffico ai veicoli più inquinanti. Gli artigiani sono rimasti fermi per tre mesi ora si ritrovano a lavorare in un secondo lockdown morbido. Chi è riuscito a riaprire la saracinesca, non può permettersi di non lavorare a causa dei blocchi del traffico o peggio sostituire il proprio mezzo. Forse non è chiaro che le micro e piccole imprese sono stremate, e non si può chiedere loro di mettere mano al portafogli per rottamare i propri veicoli. Forse non è chiaro che per gli artigiani il furgone non è un semplice mezzo di trasporto ma è uno strumento di lavoro indispensabile per raggiungere il cliente, una vera e propria appendice della bottega, per non parlare delle aziende che svolgono attività di servizio alle persone e alle famiglie. Il protocollo padano non può venire applicato in questa situazione di emergenza, metterebbe a rischio l’esistenza stessa delle nostre imprese. L’attuale situazione dovuta all’inquinamento conferma, inoltre, che i provvedimenti di blocco e di limitazione del traffico sono scarsamente efficaci, in quanto questo non è certo una fase di traffico intenso. Infine bloccare il traffico e costringere gli artigiani a prendere i mezzi pubblici significa creare pericolosi assembramenti”.