L’origine dei prodotti influenza gli acquisti di 129 milioni di consumatori europei
«Questa è l’Europa che non vogliamo, quella rinunciataria e passiva, quella che non sceglie mai, quella che si piega agli interessi di pochi provocando danni a tanti. Noi siamo per una chiara e inequivoca identificazione dell’origine dei prodotti e delle lavorazioni, perché il mondo cerca il Made in Italy e i consumatori sono disposti a pagare un premium price pur di avere un prodotto fatto in Italia, a regola d’arte».
È negativo il commento di Domenico Massimino, presidente provinciale di Confartigianato Imprese Cuneo, sulla bocciatura del regolamento sul “made in” da parte della Commissione europea.
«Dobbiamo purtroppo constatare – sottolinea Massimino – che l’Ue non intende valorizzare il proprio patrimonio di impresa diffusa. Con questa decisione l’Europa rimane l’unico continente che non prevede alcuna tutela per l’origine delle proprie merci. Chiediamo ai parlamentari europei italiani di schierarsi senza equivoci a difesa dei produttori italiani e al vice Presidente della Commissione Europea di assumere iniziative in questa direzione. Sollecitiamo altresì un intervento del Governo italiano per stigmatizzare la decisione dell’Unione Europea. La globalizzazione non si può scambiare per invasione univoca da fuori a dentro l’Europa».
«Conoscere l’origine dei prodotti – aggiunge Luca Crosetto, componente cuneese della Giunta nazionale di Confartigianato Imprese – è fondamentale per i consumatori italiani ed europei, al fine di tutelare il loro diritto alla corretta informazione su ciò che acquistano. Del resto più informazione e maggiore trasparenza significa rilancio dei consumi».
Da una ricerca dell’Ufficio studi di Confartigianato, condotta su dati Eurobarometro, risulta che 1 cittadino europeo su 3, vale a dire 129 milioni di persone, sceglie cosa acquistare sulla base dell’origine dei prodotti riportati in etichetta. In Italia l’attenzione all’origine dei prodotti riguarda 25 milioni di persone.