Edilizia in crisi: l’analisi e le proposte di Confartigianato Cuneo
Una situazione sempre più insostenibile e a tratti drammatica.
Non è assolutamente positiva la “fotografia” scattata da Confartigianato Imprese Cuneo sul settore dell’edilizia in provincia di Cuneo. Di questo e delle possibili soluzioni per affrontare l’attuale situazione si è parlato lo scorso 13 ottobre, a Savigliano, nel convegno “Il comparto edile nell’attuale fase di recessione: prospettive e azioni di rappresentanza sindacale”.
La profonda ed ampia fase recessiva che sta connotando l’economia europea, e non solo, con ricadute più evidenti su quella italiana, ha messo in crisi tutti i comparti produttivi, e si è scaricata con importanti evidenze sul settore edile e delle costruzioni.
«Sono molti i fattori che concorrono a questa condizione. – spiega Luciano Gandolfo, rappresentante provinciale e regionale di Confartigianato Edilizia nonché vice presidente nazionale ANAEPA (Associazione Nazionale Artigiani dell’Edilizia dei decoratori, dei Pittori e Attività Affini) – Innanzitutto il calo del lavoro e la diminuzione delle risorse pubbliche destinate agli investimenti infrastrutturali (-45% negli ultimi 4 anni), che, peraltro, stanno causando ripercussioni anche su altri comparti. Oltre a questo è innegabile la problematica dei Patti di Stabilità, che “impediscono” ai comuni di spendere. Recentemente, poi, l’IMU ha provocato una discesa dei valori immobiliari e, secondo le nostre previsioni, costringerà molte famiglie a vendere le seconde case per far fronte alle spese, innescando una spirale ribassista sui prezzi».
Una situazione per niente rosea che, a ben vedere, non sta pesando solamente sugli imprenditori. «Negli ultimi cinque anni – prosegue Gandolfo – abbiamo perso oltre mille posti di lavoro e sono circa duecento le aziende che hanno chiuso. Insomma, la crisi ci sta risucchiando tutti e i problemi crescono in modo esponenziale. Chiediamo un segnale forte e chiaro dalla politica».
E sul fatto che i decisori politici e le pubbliche amministrazioni debbano meglio comprendere le esigenze del Paese reale non v’è stato dubbio nel convegno, al quale hanno partecipato come relatori anche Arnaldo Redaelli, presidente nazionale ANAEPA, e Stefano Bastianoni, segretario nazionale ANAEPA, che, dati alla mano, hanno commentato come “una crisi di questa portata non si sia mai verificata”.
«Come in numerosi altri incontri organizzati dall’Associazione, – illustra Domenico Massimino, presidente provinciale di Confartigianto Imprese Cuneo – è stato chiaro che gli imprenditori non chiedono “aiuti”. I nostri artigiani vogliono lavorare, ma vogliono poterlo fare con serenità e senza l’assillo di una burocrazia che oltre a congestionare la loro attività si rivela spesso troppo onerosa».
«Uno dei problemi più gravi che stanno all’origine della mancanza di liquidità – continua Massimino – è il mancato recepimento della direttiva sui tempi di pagamento. Oggi in Italia i tempi medi di pagamento della PA e dei privati nei confronti delle piccole imprese sono di 137 giorni e nell’ultimo anno sono aumentati di 44 giorni. Nel nostro Paese i tempi medi di pagamenti sono il doppio della media UE per i pagamenti tra privati e il triplo della media europea nei pagamenti della Pubblica Amministrazione. Numerosi imprenditori devono attendere addirittura anni per essere pagati».
Quali, dunque, le prospettive? Quale il ruolo, come fattore propulsivo, dell’energy technology? Nel corso del convegno, a dimostrazione che è necessario guardare con ottimismo al futuro, si è anche discusso di sistemi innovativi: l’architetto Erminio Redaelli, presidente nazionale di Bioarchitettura, ha affrontato il tema della bioedilizia e della sostenibilità ambientale e l’architetto Maria Grazia Novo ha parlato delle cosiddette “case passive”.
«Uscire dalla crisi sarà ancora un processo lungo, – conclude Gandolfo – ma “resistere” e affrontare le sfide del futuro è possibile: occorre, oltre alla giusta dose di fiducia, una buona preparazione: ecco perché Confartigianato crede molto nell’importanza della formazione, dell’informazione e della comunicazione. E, soprattutto, crede molto nell’unità e nella compattezza del comparto: solo restando uniti ci si potrà presentare coesi di fronte alla politica e all’opinione pubblica e ottenere qualche risultato».