TORINO – Il 2013 sarà ancora un anno difficile e solo dal 2014 ci sarà una lenta ripresa in Piemonte: a fare da traino saranno soprattutto le esportazioni che dovrebbero tornare a crescere anche sui mercati europei. Concordano su questo Unioncamere, Intesa Sanpaolo e Unicredit, che hanno presentato i risultati delle indagini congiunturali.
Le aspettative delle imprese sulla produzione sono negative anche se si registra un incremento della fiducia: il saldo tra ottimisti e pessimisti è pari a -15,7%. Solo l’export tiene, mentre sono basse le previsioni relative agli investimenti e resta critica l’occupazione con il 30,7% delle imprese che prevede di ricorrere alla cassa integrazione. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva rimane stabile al 69,8% (a pieno regime è al 75%).
“La crisi – commenta Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Piemonte – continua a mordere. Il quadro economico resta preoccupante e la sfida per le nostre imprese sembra sempre più difficile. Bisogna stringere i denti e abbandonare le ricette tradizionali di politica economica, cercando soluzioni nuove. Per l’Italia e per il Piemonte, il sostegno al made in Italy nel mondo resta fondamentale. Ma la crescita nel lungo periodo potrà essere sostenibile solo se si rimetteranno in moto i consumi interni e gli investimenti, abbinati a politiche strutturate sull’internazionalizzazione”.
Le previsioni delle imprese piemontesi per il secondo trimestre 2013 non alimentano speranze sui tempi di uscita dalla crisi, che si prospetta ancora lunga e difficile. Il clima di fiducia rimane improntato al pessimismo, come nei mesi scorsi, portando a sette la serie di trimestri negativi. La relativa stabilità dei principali indicatori, che nel complesso migliorano lievemente rispetto a dicembre 2012, non anticipa di per sé una svolta nel ciclo recessivo, ma tende a escludere un’ulteriore involuzione delle condizioni di mercato.
Per Giovanni Foresti, economista del servizio studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, “una lenta ripresa dovrebbe avviarsi dal 2014, grazie soprattutto all’accelerazione delle esportazioni, che dovrebbero tornare a crescere anche sui mercati europei”. “E’ indispensabile, perciò, il supporto delle politiche pubbliche e bancarie alle imprese che vanno sui mercati esteri e, in un’ottica di filiera, a quelle che ne costituiscono la rete di subfornitura”, afferma Zeno Rotondi, capo economista Italia di Unicredit. (ANSA)