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Debiti Pa, Tajani: “Dire che i soldi ci sono non basta, promessa mancata”

 

Antonio Tajani

ROMA, 22 SET – ”Non è sufficiente dire che i soldi ci sono, il governo nonostante la buona volontà non ha rispettato la promessa”. Così il vicepresidente del Parlamento Ue Antonio Tajani risponde alle dichiarazioni del premier Matteo Renzi sui debiti della Pa. ”I soldi ci sono e quindi il 21 settembre l’impegno a pagare i debiti 2013 è mantenuto” ha detto Renzi a proposito della promessa di saldare i debiti accumulati nei confronti delle imprese. ”L’Italia resta il peggior pagatore tra i paesi Ue” ha aggiunto Tajani.

”Oltre ai 60 miliardi che l’amministrazione pubblica deve ancora pagare alle imprese, dal primo gennaio 2013 si sono accumulati altri debiti per 3-4 miliardi l’anno. Considerando mora e interessi, in due anni sono circa altri 8-10 miliardi di ulteriori debiti da saldare”. Lo afferma sempre Tajani aggiungeno che “non c’è un dato esatto, sulle cifre c’è una cortina fumogena”.

“Gli imprenditori delle costruzioni non possono essere considerati di serie B. Se l’impegno del Governo è di pagare tutti non si può escludere un unico settore industriale a causa dei vincoli del patto di stabilità”, afferma il presidente dell’Ance Paolo Buzzetti replicando alla nota di Palazzo Chigi per rispondere alle dichiarazioni dell’Ance che evidenziavano per l’edilizia ancora ritardi e arretrati da pagare. “Abbiamo apprezzato gli sforzi fatti con la firma del protocollo del Mef ma senza una riforma strutturale del patto di stabilità c’è poco da fare e con la situazione attuale ci troveremo un nuovo accumulo di arretrati” continua Buzzetti che, rispetto ai vincoli europei, aggiunge “l’Europa ci ha già detto che i vincoli del patto di stabilità non possono essere un ostacolo per pagare le imprese. E sono convinto che una soluzione si debba concordare a livello europeo consentendo così di pagare anche le spese per infrastrutture senza necessariamente incorrere in sanzioni”. “Il G20 e il Fondo Monetario ieri hanno chiesto ai Paesi europei sforzi maggiori sulle infrastrutture per intervenire con efficacia sulla crescita – conclude – ma se tagliamo gli investimenti e non paghiamo le opere che riusciamo a mettere in cantiere, questa esortazione rimarrà certamente inascoltata e l’economia non potrà ripartire”.

”L’obbligo di non sforare il patto di stabilità interno è in contrasto con la direttiva europea che impone nei tempi il pagamento dei debiti. E’ illegittimo. Un ricorso alla Corte di giustizia Ue sancirebbe l’illegittimità della norma e le relative sanzioni” in caso di sforamento. Lo sostiene il vicepresidente del parlamento Ue Antonio Tajani secondo il quale ”il patto di stabilità interno va riformato almeno in questa parte”. (ANSA)

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