Pagare i debiti assicurando l’uscita dell’Italia dalla procedura per deficit eccessivo
BRUXELLES – “Accelerare il pagamento dei debiti non è una bacchetta magica, ma aiuta ad alleviare le imprese e perciò è importante”, afferma il portavoce del commissario agli affari economici Olli Rehn, esprimendo un giudizio positivo sull’iniziativa e sottolineando che è possibile ridurre i debiti, assicurando , allo stesso tempo, l’uscita dell’Italia dalla procedura per deficit eccessivo”. Ma “l’impatto del decreto sui conti italiani sarà preso in considerazione nella stesura delle previsioni economiche a maggio”.
Secondo il vicepresidente Ue Antonio Tajani il decreto per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione firmato dal presidente della Repubblica è un “passo in avanti” che però non deve andare in alcun modo a discapito dell’applicazione della direttiva europea sui nuovi pagamenti.
Il provvedimento varato dal governo Monti “non è decisivo”, ha osservato ancora Tajani pur riconoscendo che indubbiamente contribuisce a dare ossigeno alle imprese e all’economia reale. La Commissione europea “accompagnerà l’Italia” nell’applicazione del provvedimento e della direttiva contro i ritardi dei pagamenti, ha concluso il responsabile all’industria Ue, ed esprimerà una “valutazione tecnica” del decreto dopo averlo esaminato.
“In tempi brevi – ha ancora aggiunto Tajani - si può e si deve pagare tutto, ma naturalmente bisogna sapere a quanto ammonta questo debito perché un giorno sono 70 miliardi, poi arriva l’Abi e dice che sono 100 miliardi. Insomma l’Italia deve far sapere a quanto ammonta questo debito. Il 18 marzo – ha spiegato Tajani – con un documento che porta la firma del vicepresidente Rehn e mia abbiamo detto, nello spirito della direttiva sul ritardo dei pagamenti, che il debito pregresso deve essere pagato e visto che si tratta di ‘una tantum’ può essere interpretato come un fattore attenuante del patto di stabilità, vale a dire che si può pagare senza sforarlo. Però non significa che si può fare tutto allegramente. E’ vero che per quanto riguarda l’Italia soltanto il 20% dei debiti che ha la pubblica amministrazione nei confronti delle imprese incide sul deficit e, in questo caso, per quanto riguarda il 2013 non può essere sforato assolutamente il tetto del 3% perché si sta chiudendo una procedura per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia da parte della Commissione Europea. Significa però che si possono iniziare a pagare i debiti che incidono sul debito”. (ANSA)