Per fare fronte al pagamento della cassa integrazione dei dipendenti sospesi dalle imprese artigiane in difficoltà per effetto del Coronavirus, dei 5 miliardi di euro complessivamente impegnati dal Governo con il primo decreto “Cura Italia” del 17 marzo scorso, al comparto artigiano erano stati riservati solo 60 milioni pur a fronte di una richiesta 1 miliardo di euro.
Data l’evidente insufficienza dello stanziamento, in aggiunta ai 60 milioni ricevuti, il Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato (FSBA) aveva anticipato 188 milioni di risorse proprie.
Così facendo l’articolazione regionale del Fondo aveva potuto rapidamente erogare ai lavoratori delle imprese artigiane piemontesi quasi 20 milioni di euro.
Il successivo 19 maggio il Governo, con il decreto “Rilancio”, ha previsto lo stanziamento di altri 765 milioni per la cassa integrazione dei dipendenti artigiani ma le risorse – o meglio una prima tranche pari a circa ¼ di quelle necessarie – sono state rese materialmente disponibili solo il 30 giugno.
In tutto questo frangente migliaia di nostri collaboratori cassintegrati non hanno percepito un euro.
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