“Il nostro giudizio sulle misure contenute nel decreto fiscale del 22 ottobre e nel ddl di Bilancio per il 2017 è complessivamente positivo”. Lo hanno affermato i rappresentanti di Rete Imprese Italia, intervenendo ad un’audizione delle Commissioni Bilancio della Camera e del Senato.
“Positivo – hanno sottolineato – per l’impegno a utilizzare tutti i margini di flessibilità negoziabili con l’Europa per imprimere una direzione espansiva alla politica di bilancio. Come pure per le misure che riteniamo di fondamentale importanza per il mondo dell’artigianato, del commercio e delle piccole imprese, a partire dalla sterilizzazione dell’aumento dell’Iva, previsto dalle clausole di salvaguardia, la determinazione del reddito per cassa per le imprese in contabilità semplificata, l’introduzione dell’Iri al 24% per le imprese individuali”.
“Ciò che maggiormente apprezziamo è la scelta del Governo di mettere le imprese al centro della politica economica per il 2017. Una responsabilità che le nostre imprese sono pronte ad assumersi. Ora ci aspettiamo che il Governo renda immediatamente operative le misure una volta approvate dal Parlamento”.
“Con la manovra di finanza pubblica – hanno proseguito – il Governo ha confermato e potenziato molti strumenti già adottati in precedenza, dalle agevolazioni fiscali relative agli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica al rifinanziamento del Fondo di garanzia per facilitare il credito alle Pmi; dalla “Nuova Sabatini” al credito di imposta per la ricerca; dal cosiddetto “super e iper-ammortamento” alla detassazione dei premi di produttività. Sono iniziative che comprovano una strategia da noi più volte indicata: l’utilizzo della leva fiscale quale strumento più idoneo per sostenere i processi di crescita della competitività del nostro sistema imprenditoriale”.
Rete Imprese Italia ha chiesto di inserire nella manovra di bilancio “alcune misure che da tempo sollecitiamo e che ora attendiamo vengano introdotte nella legge di conversione dal Parlamento. Ci riferiamo alla riforma degli Studi di settore che deve incentivare e premiare l’efficienza e la fedeltà fiscale, e non essere utilizzata come strumento di accertamento.
“Anche la soppressione di Equitalia, che elogiamo – hanno aggiunto – e la sua sostituzione con il nuovo ente Agenzia delle Entrate-Riscossione, va accompagnata da ulteriori norme per definire una nuova disciplina della riscossione coattiva. Mancano ancora all’appello la totale deducibilità dell’Imu sui beni strumentali utilizzati dalle imprese e l’innalzamento della franchigia Irap. Serve eliminare la ritenuta dell’8 per cento sui bonifici effettuati per il pagamento di spese relative alla riqualificazione energetica degli edifici e alla ristrutturazione delle abitazioni; occorre anche definire i contorni dell’autonoma organizzazione che renderebbe certa l’esclusione dal pagamento dell’Irap di migliaia di autonomi e di piccole imprese individuali. Servono interventi a diretto sostegno del turismo dimensionati e allineati al Piano strategico di sviluppo del turismo 2017-2022, approvato lo scorso settembre. Occorre favorire l’accesso al credito in modo incisivo specie per le imprese di minori dimensioni. Bisogna rendere maggiormente efficace il rifinanziamento del Fondo centrale di garanzia per le Pmi”.