Italia seconda in Europa nel 2011, in leggero calo rispetto al 2010
BRUXELLES – Nel 2012 la data era stata fissata al 3 luglio: quest’anno gli italiani dovranno lavorare ancora di più, fino al 10 luglio, per finire di pagare tutte le tasse che gravano sulle loro spalle e cominciare a mettersi in casa i proventi della loro attività. L’indicazione emerge dal calendario 2013 del giorno della ‘liberazione’ dalle tasse elaborato dalla Fondazione per le riforme europee e dall’istituto economico Molinari in base a dati della Ernst&Young.
Rispetto al 2012, l’Italia ha scalato un posto nella classifica dei Paesi dove bisogna lavorare più a lungo prima di finire di pagare tutte le tasse. Nella graduatoria di quest’anno il nostro Paese è risultato in sesta posizione contro la settima dello scorso anno, in seguito all’arretramento segnato dalla Svezia. In cima alla classifica resta il Belgio, dove bisogna lavorare fino all’8 agosto prima di cominciare a guadagnare per sé invece che per lo Stato. Al secondo posto si trova la Francia (26 luglio), seguita da Austria (23 luglio), Ungheria (16 luglio) e Germania (13 luglio).
La pressione fiscale sul lavoro in Italia nel 2011 è stata del 42,3%, in leggero calo rispetto al 2010 (42,7%). Il dato, reso noto nel rapporto Eurostat sull’evoluzione della fiscalità in Europa nel 2011, pone il nostro paese al secondo posto tra i 27 superato solo dal Belgio (42,8%) con cui condivideva il primato nell’anno precedente. Tra i grandi paesi europei, il carico totale di imposte sul lavoro dipendente in Francia è al 38,6%, in Germania al 37,1%, in Spagna al 33,2%, nel Regno Unito al 26,0%. (ANSA)