Spesa degli italiani in telefonia a 37,4 miliardi, +257% dal 1995. Per prodotti su carta spesa a 8,6 miliardi, giù del 39,3%
La comunicazione on line batte quella su carta 4 a 1: nel 2014 le famiglie italiane hanno speso in telefoni, apparecchiature elettroniche e servizi telefonici 37,4 miliardi, vale a dire, in termini reali, il 256,8% in più rispetto ai 10,5 miliardi del 1995. Sempre lo scorso anno la spesa degli italiani in prodotti su carta (dai libri ai giornali, dalla stampa di vario tipo fino alla cancelleria) si è attestata a 8,6 miliardi, con un calo del 39,3% rispetto ai 14,2 miliardi del 1995. La tendenza è rilevata da Confartigianato in un rapporto sulle imprese del settore della comunicazione, presentato a Rovereto al Convegno ‘Da Depero al digital marketing’, che disegna l’identikit dei piccoli imprenditori dell’era digitale.
Il telefono cellulare è l’oggetto tecnologico più diffuso tra gli italiani: il 93,6% delle famiglie ne possiede almeno uno. Seguono il personal computer, a disposizione del 63,2% delle famiglie, il telefono cellulare connesso a Internet (54%), la macchina fotografica digitale (50,8%). Decisamente meno diffusi, anche se in crescita, gli e-book, in possesso del 6,8% delle famiglie.
Secondo il rapporto di Confartigianato, il 55,8% degli internauti italiani utilizza il web per informarsi e, a sorpresa, la media nazionale viene superata dagli over 75 con una quota del 66,9% dei ‘navigatori’ più anziani che legge on line news, giornali e periodici. Superiore alla media nazionale la lettura on line di news a Bolzano (con il 61,6% degli internauti altoatesini che si informa sul web), seguita da Toscana (60,5%), Sardegna (60,4%), Marche (59,9%), Lazio (58,9%). L’uso del web per scaricare e leggere libri riguarda invece soltanto il 15,6% degli utenti di Internet. Un valore che sale al 21,9% per gli internauti tra 18 e 19 anni.
La rivoluzione digitale ha spinto la creazione d’impresa: quello della comunicazione (dall’editoria all’Ict, dai fotografi alle agenzie pubblicitarie) è un settore in cui spicca la presenza di piccole imprese espressione di abilità, personalizzazione, creatività, flessibilità di risposta alla domanda sempre più complessa e sofisticata che proviene dai consumatori e dalle altre imprese. Gli artigiani della comunicazione sono 42.629 e danno lavoro a 81.282 addetti.
Si tratta – rileva il rapporto di Confartigianato – di un comparto in rapida espansione che, nell’ultimo anno, ha visto aumentare del 13,5% il numero di imprese che si occupano di attività editoriali e del 4,6% quelle che producono software e offrono consulenza informatica.
La Lombardia è la regione con il maggior numero di piccoli imprenditori della comunicazione, 7.341, ma il Trentino Alto Adige è leader in Italia per la vivacità imprenditoriale: tra il 2014 e il 2015 il numero delle aziende artigiane del settore comunicazione è aumentato del 2,2%. Seguono la Lombardia (+2%), il Veneto (+1,5%) e Friuli Venezia Giulia (+1,2%).
Se Milano guida la classifica provinciale per il più alto numero di artigiani della comunicazione, 2.569, il primato per la natalità d’impresa va a Cuneo dove nell’ultimo anno gli artigiani della comunicazione sono aumentati del 4,8%. Secondo posto per Monza Brianza (+4,5%), seguita da Brescia (+4,1%), Bolzano (+3,6%), Milano, Vicenza e Bergamo (tutte tre con una crescita del 2,9%).