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Italia in ritardo su impegni fondi 2014-2020

Si allungano i tempi per il varo dei programmi operativi di alcune regioni

BRUXELLES – L’Italia parte già in ritardo nell’impiego della nuova tornata di fondi Ue, quelli della programmazione 2014-2020, rivelandosi il quinto paese più indietro nell’impegnare i finanziamenti messi a disposizione per lo scorso anno. Al momento risultano infatti essere ben 4,1 i miliardi inutilizzati sui 6,2 disponibili, pari al 66%, che la Commissione Ue ha quindi proposto di trasferire sul 2015.

Questa situazione, però, non riguarda solo l’Italia ma in diversa misura tutti gli Stati membri, per un totale di 21 mld che Bruxelles ha ora chiesto a Parlamento e Consiglio di spostare sul bilancio Ue 2015. Peggio dell’Italia solo Repubblica ceca (100%), Romania (78%), Lussemburgo (69%) e Irlanda (67%). Campione di programmazione, invece, la Slovacchia (tutto utilizzato), poi Austria, Polonia e Lettonia (1%).

L’Italia è il paese Ue con il più alto numero di programmi operativi (77), ma oltre la metà sono da riprogrammare (43). Diversi i problemi, a partire dal ritardo con cui sono stati presentati i programmi operativi (PO), con gli ultimi inviati a gennaio 2015. Allo stato attuale tutti i programmi delle politiche di coesione sono stati trasmessi, di cui 19 adottati, 13 in adozione entro fine marzo, e 17 dopo il primo maggio.

Per quanto riguarda criticità specifiche, sul fronte del Fondo sociale europeo tutti i PO sono stati già adottati da Bruxelles nel 2014 ad eccezione della Campania, in quanto le autorità non hanno tenuto sufficientemente in conto le osservazioni critiche della Commissione, e quello di Bolzano perché inviato il 30 dicembre. Entrambi saranno adottati dopo la revisione del bilancio Ue prevista entro il primo maggio.

Il PO dell’uso congiunto dei diversi fondi Ue, invece, è stato inviato con le correzioni richieste da Bruxelles solo a metà dicembre. Sul fronte dei fondi regionali, invece, Puglia e Molise non hanno sufficientemente tenuto conto delle osservazioni di Bruxelles, per cui anche in questo caso tutto slitta a maggio. Lo stesso dicasi per i PO nell’ambito di legalità, città metropolitane, ricerca e innovazione. La Calabria, invece, ha trasmesso il suo programma operativo prima della pausa natalizia ma, data la presenza di informazioni erronee, la Commissione lo ha immediatamente rimandato indietro per le necessarie modifiche. (ANSA)

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