Confartigianato: “Recepito nostro allarme: a rischio attività imprese italiane”
“La Camera ha recepito le nostre preoccupazioni e ha condiviso la nostra richiesta al Governo di intervenire presso le autorità elvetiche per far rispettare gli accordi tra Svizzera e Unione europea sul riconoscimento delle qualifiche professionali e della libertà di stabilimento e di libera prestazione di servizi delle imprese”.
Così il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti commenta la mozione approvata oggi dalla Camera e firmata da numerosi deputati che impegna il Governo ad assumere iniziative in merito agli effetti sulle imprese italiane della nuova “Legge sulle imprese artigianali (LIA)” che istituisce l’Albo degli artigiani nel Canton Ticino e ne impone l’iscrizione anche agli imprenditori esteri.
In particolare, la mozione impegna l’Esecutivo ad assumere iniziative, anche in sede europea, per garantire il rispetto delle norme che regolamentano il riconoscimento delle qualifiche professionali in forza dell’accordo tra l’Unione europea e la Svizzera; a richiedere un chiarimento formale alla Confederazione elvetica in merito alle decisioni discriminatorie assunte dal Cantone Ticino in contrasto con gli accordi di libera circolazione delle persone; ad analizzare i contenuti dei provvedimenti legislativi e regolamentari assunti dal Canton Ticino e ad assumere iniziative – qualora siano in contrasto con gli accordi bilaterali o con l’Unione europea – presso le sedi opportune affinché venga modificato quanto disposto unilateralmente.
“Mi auguro – sottolinea il Presidente Merletti – che l’iniziativa della Camera contribuisca ad accelerare l’intervento del Governo che Confartigianato ha già sollecitato il 3 febbraio con una lettera inviata al Ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, e al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Sandro Gozi. Con la nuova legge del Canton Ticino che istituisce l’Albo degli artigiani è a rischio l’attività di circa 14.000 italiani, tra imprenditori e loro dipendenti, provenienti soprattutto da Lombardia e Piemonte, che lavorano oltreconfine. Dal 1° febbraio, infatti, gli imprenditori artigiani, già iscritti all’Albo in Italia, che operano per brevi periodi in Canton Ticino rischiano di non poter più lavorare nel territorio svizzero oppure dovranno sobbarcarsi una serie di adempimenti e di costi per iscriversi anche al nuovo Albo istituito nel Canton Ticino”.
Secondo Confartigianato la nuova normativa svizzera non rispetta gli accordi bilaterali con l’Unione europea in materia di riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali, di libertà di stabilimento e libera prestazione dei servizi delle imprese. sanciti dall’Accordo tra l’Unione Europea e la Svizzera del 21 giugno 1999. L’Accordo stabilisce l’applicabilità delle direttive comunitarie sul riconoscimento delle qualifiche professionali anche ai cittadini elvetici e impone, a sua volta, alla Svizzera di applicare ai cittadini UE le procedure stabilite dalla Direttiva Europea 2005/36/CE in materia di stabilimento e di libera prestazione dei servizi delle imprese.