come se non bastassero le difficoltà artificiose cui siamo sottoposti nel nostro fare impresa, ora ci tocca confrontarci con qualcosa che nemmeno lo Stato avrebbe potuto architettare; al punto che persino lo Stato trova difficile far fronte a questa seria emergenza.
Ci sia di riferimento il legame che abbiamo verso il nostro territorio e verso le nostre famiglie che, tutt’uno con le nostre aziende, sono il presidio etico di un modo di pensare la propria Nazione fondato sul lavoro, sulla solidarietà e sulla responsabilità.
Ed è proprio la responsabilità che dobbiamo dimostrare nel continuare a lavorare usando la testa, essendo prudenti e limitando quegli spostamenti e quei contatti che non siano assolutamente necessari. Con la consapevolezza che con quanta più serietà e quanta meno emozione affronteremo quest’emergenza, tanto più sarà di breve durata il sacrificio.
Quando non dobbiamo riparare ai danni fatti da altri ci tocca dare l’esempio, questa è la dannazione di chi fa impresa come noi.
Ma è anche la dimostrazione che la società siamo noi e presto, quando quest’emergenza sarà passata, avremo l’onere e il diritto di alzare la voce. Perché questa sciagura si abbatte su una situazione già gravemente compromessa per la nostra economia.
Fino al termine dell’emergenza però saremo tutt’uno con le Istituzioni ed il territorio.
Il sistema Confartigianato Imprese non lascerà indietro nessuno di Voi.
Giorgio Felici