In Piemonte il 48,3% dei posti offerti dalle imprese rimane vacante: pochi candidati e scarsamente formati. I profili più richiesti: esperti digitali e ICT ma anche autisti di mezzi, edili specializzati in riqualificazione energetica, tecnici delle rinnovabili, acconciatori, estetisti e cuochi.
“La difficoltà delle nostre imprese a reperire personale è la conseguenza di una molteplicità di fattori – afferma Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – dalla crisi demografica al gap tra scuola e mondo del lavoro, dalla rivoluzione digitale fino alle nuove aspettative e propensioni, soprattutto dei giovani, nei confronti del lavoro”.
“Per questo – continua Felici – la carenza di manodopera va affrontata con un approccio sistemico e coordinato, anche di tipo culturale, occorrono, inoltre, interventi di politica economica e misure per riattivare il mercato del lavoro.”
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