‘Nuove politiche di rilancio del sistema produttivo e un sostegno convinto agli artigiani e alle piccole imprese, con impegni precisi e mantenuti con coerenza’.
Oggi sul quotidiano Il Foglio, il Presidente di Confartigianato Marco Granelli lancia un messaggio chiaro all’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni: “Si volti pagina, per costruire e realizzare un progetto di futuro che faccia leva su 4 milioni di artigiani e di micro e piccole imprese, il 99 per cento del sistema imprenditoriale”.
Di fronte alle prospettive di una recessione mondiale, alle grandi emergenze scatenate o peggiorate dal conflitto in Ucraina, il compito e le responsabilità del Governo non sono certo facili. I margini di manovra sono ristretti e i dossier su cui intervenire sono tanti e delicati.
Ma, avverte il Presidente di Confartigianato, “il nostro orizzonte è attraversato anche da lampi di vitalità che vanno colti e assecondati. Sono segnali che arrivano proprio dai piccoli imprenditori impegnati a resistere a tutti i costi”.
Lo dimostrano risultati come quelli ottenuti sul fronte delle esportazioni che premiano la qualità manifatturiera espressa dagli artigiani e dalle piccole imprese made in Italy. L’Ufficio studi di Confartigianato ha rilevato che, a luglio di quest’anno, le vendite all’estero delle piccole imprese sono aumentate di 141,2 miliardi rispetto al 2021, mettendo a segno un record storico in termini di peso sul Pil.
Anche la domanda di lavoro è trainata dalle piccole aziende che, calcola sempre Confartigianato, tra giugno 2021 e giugno 2022 hanno garantito il 71% delle assunzioni.
Se la voglia di fare impresa non manca, allora bisogna assecondarla e bisogna farlo presto.
I fronti su cui agire sono molteplici. A cominciare dai folli rincari dell’energia, certo, che impongono anche e soprattutto scelte coordinate a livello europeo.
Ma bisogna anche fare piazza pulita, in casa nostra, delle storiche inefficienze, di ritardi mai recuperati che intralciano il cammino e, troppo spesso, deprimono anche le migliori volontà degli imprenditori.
“In questi anni, in questi decenni – sottolinea Granelli – ne abbiamo sentiti fin troppi di annunci, di promesse, di riforme avviate e mai realizzate. Ora non possiamo proprio più permetterci altre inutili attese. Le imprese possono mettercela tutta, ma spesso i loro sforzi si schiantano contro la porta chiusa di un ufficio pubblico, un permesso negato, una fattura non pagata da mesi o da anni. Servono segnali concreti e immediati di riduzione della pressione fiscale e di semplificazione degli adempimenti burocratici, di maggiore facilità di accesso a nuovi strumenti di finanza d’impresa, alla ricerca e ai progetti di innovazione digitale e tecnologica, di transizione ecologica e di internazionalizzazione”.
In particolare, segnala Confartigianato, il fisco è una leva straordinaria per favorire investimenti e crescita. Basta guardare a quanto avvenuto nel quadriennio precedente alla pandemia quando una politica fiscale prudente, ma non recessiva, ha accompagnato i progressi nell’innovazione e nello sviluppo delle imprese.
Tra i vecchi problemi irrisolti c’è anche la distanza tra la scuola e il sistema dell’istruzione e il mercato del lavoro che provoca la paradossale difficoltà degli a reperire la manodopera qualificata indispensabile alle imprese.
“E poi – aggiunge Granelli – diciamo no a quelle leggi ‘a taglia unica’ che non tengono conto della biodiversità espressa dal sistema produttivo italiano. Questo vale anche per l’attuazione del Pnrr, che deve procedere spedita ma con la piena inclusione delle piccole imprese, favorendo, da parte di Stato, Regioni e Enti Locali, progetti e bandi di facile accessibilità”.