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Ocse: bene riforme Italia, forse fuori crisi nel 2013

Avviato programma ambizioso che ha ridotto i rischi

PARIGI – L’Italia “ha avviato un ambizioso programma di riforme” che insieme alle misure intraprese dall’eurozona “hanno ridotto i rischi di rallentamento economico, e potrebbero aiutarla ad uscire dalla recessione già nel corso del 2013″. Lo scrive l’Ocse, nel suo ultimo rapporto sull’economia italiana. Gli effetti benefici di questi interventi, sottolinea però l’organizzazione, “richiederanno tempo per materializzarsi, a causa del clima di scarsa fiducia, del ritmo lento della ripresa negli altri Paesi e della necessità di proseguire sulla strada del consolidamento fiscale”.

L’Italia deve “promuovere un mercato del lavoro più inclusivo, accrescendo l’occupabilità attraverso un sostegno attivo alla ricerca di lavoro e alla formazione, accompagnato da una più ampia rete di protezione sociale, invece di tentare di preservare i posti di lavoro esistenti”. Lo scrive sempre l’Ocse, nella lista di raccomandazioni contenuta nel rapporto. La riforma del mercato del lavoro varata nel 2012, che include “misure volte a riequilibrare la tutela del lavoro, cambiare il sistema di apprendistato, introdurre progressivamente un sistema di indennità di occupazione universale”, rappresenta secondo l’Ocse “un primo tentativo” di “affrontare in modo esaustivo le debolezze del mercato del lavoro”.

Ora, “ulteriori interventi in materia dovrebbero proseguire sulla scia delle riforme intraprese per riorientare il loro sostegno verso la ‘flexicurity’, ovvero verso un approccio più inclusivo della politica del mercato del lavoro”. In particolare, dice sempre l’organizzazione, “una maggiore flessibilità nelle assunzioni e nei licenziamenti” dovrebbe essere associata a “politiche più efficaci in materia di ricerca di lavoro, di attivazione e formazione, e di attuazione del sistema di protezione sociale universale previsto”.

In Italia, “sebbene il sistema bancario si sia rivelato complessivamente solido, diversi istituti di credito hanno incontrato gravi difficoltà e il settore finanziario resta esposto a rischi sistemici”. L’Ocse consiglia quindi al nostro Paese di “incoraggiare le banche ad aumentare gli accantonamenti per perdite e continuare a incitarle a soddisfare le loro esigenze di capitale tramite le emissioni di nuove azioni o la cessione di attività non strategiche”. Il settore finanziario italiano, spiega l’Ocse, “ha resistito meglio di molti altri Paesi alla prima ondata della crisi”, ma “nel periodo 2011-12, il sistema bancario è divenuto vulnerabile al contagio proveniente dalle preoccupazioni internazionali circa il livello del debito pubblico”. Attualmente, “secondo gli indici di bilancio, le banche italiane registrano in media un indebitamento inferiore ai loro omologhi europei. Tuttavia, con il persistere della recessione, il livello già elevato di crediti in sofferenza è in aumento e rimane un’importante fonte di preoccupazione”. (ANSA)

 

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