ROMA – “Dopo un lungo periodo di stagnazione l’Italia sta intraprendendo un programma di riforme ambizioso e di ampio respiro per stimolare la crescita”. Lo scrive l’Ocse in uno studio sull’Italia, sottolineando che il piano in corso può “rafforzare la crescita media annua del Pil pro capite di 0,6 percentuali nei prossimi 10 anni”. Il Pil dell’Italia dovrebbe crescere quest’anno dello 0,4%, per accelerare nel 2016 all’1,3%. L‘Ocse prevede un tasso di disoccupazione al 12,3% quest’anno e all’11,8% il prossimo e un debito/Pil rispettivamente a 132,8% e 133,5%. Per l’Italia è “particolarmente importante” aumentare la concorrenza con liberalizzazioni nelle industrie di rete, nei servizi locali, nelle professioni regolamentate e vendita al dettaglio. L’Ocse stima a +2,6 punti l’impatto sul Pil in cinque anni delle liberalizzazioni contro +0,6 punti dal Jobs Act.
Per l’Italia “la priorità assoluta resta la riforma del mercato del lavoro, la cui eccessiva rigidità rappresenta un ostacolo alla creazione di posti di lavoro”. Lo scrive sempre l’Ocse nel rapporto spiegando che, se attuata pienamente con le riforme strutturali, si potrebbe “determinare un incremento del Pil pari al 6% nei prossimi 10 anni”. “Una delle debolezze del sistema fiscale è l’elevato numero di agevolazioni fiscali. Riducendole si amplierebbe la base imponibile”, con pari entrate ma aliquote più basse. L’Ocse parla di 720 casi di agevolazioni e in particolare quelle sull’Iva che ha “urgente bisogno di essere revisionata”. In assenza di rapidi progressi sul fronte dei crediti deteriorati, “l’istituzione di una bad bank pubblica potrebbe essere presa in considerazione in Italia”. Lo suggerisce sempre l’Ocse, notando il successo su questo fronte di altri paesi dell’Eurozona. L’Italia ha conseguito il bilancio strutturale nel 2014 e registrerà un avanzo nel 2015-16: in base alla regola Ue del debito dovrebbe consolidare ulteriormente, ma “considerando la debolezza dell’economia, la politica di bilancio sembra appropriata e l’Italia dovrebbe utilizzare pienamente la flessibilità consentita dalle regole dell’Ue”. L’Ocse avverte che le stime potrebbero peggiorare se la ripresa non arrivasse, e che “per riuscire a ridurre il debito” sarà essenziale tener basso lo spread.
L’Italia deve “attenersi alla strategia fiscale pianificata in modo da riportare il rapporto debito/Pil su un percorso discendente”. E’ la raccomandazione che l’Ocse rivolge al governo, spiegando che con “il bilancio strutturale in pareggio già nel 2014, l’Italia ha raggiunto il punto necessario a ridurre il rapporto debito/Pil nel medio termine” quindi “una volta chiuso il divario tra prodotto effettivo e potenziale, e imboccata la strada della crescita, il debito si ridurrà stabilmente, raggiungendo il 60% del Pil subito dopo il 2030″. I nuovi contratti di lavoro, introdotti col Jobs Act, “beneficeranno sia il datore di lavoro che il dipendente poiché facilitano la creazione di posti di lavoro per i lavoratori con scarsa esperienza lavorativa, spianando allo stesso tempo la strada verso una situazione professionale più stabile”. Lo scrive l’Ocse nel suo rapporto, secondo cui la riforma riduce pure i costi reali dei licenziamenti, anche quando sono giudicati illegittimi dai tribunali, e incoraggia le imprese a creare più posti di lavoro. Dalla fine degli anni ’90, il principale problema dell’Italia è la scarsa crescita economica. L‘Ocse spiega che “il ristagno dell’economia ha lasciato l’Italia indietro in molti ambiti del benessere, in particolare l’istruzione e le competenze, l’occupazione, il reddito, e l’abitazione. In nessuna delle dimensioni degli indicatori ‘better life’ dell’Ocse, l’Italia si classifica tra i primi 7 Paesi”.
“Ridurre la corruzione e migliorare la fiducia rimangono una priorità per l’Italia. Occorre inoltre proseguire gli sforzi per ridurre l’evasione fiscale mediante un’applicazione più efficace della legge e rafforzare il rispetto degli obblighi fiscali” semplificando le procedure di riscossione e ampliando la base imponibile mediante riduzioni delle agevolazioni fiscali.
“Renzi ha scelto chiaramente un team efficace, nel 2014 si sono fatti grandi passi avanti sulle riforme”. Lo ha detto il segretario generale dell’Ocse Angel Gurria, aggiungendo che “molto è stato fatto ma molto resta da fare. L’Italia dovrebbe crescere dello 0,6% quest’anno”. Nonostante l’istituto abbia stimato ufficialmente un +0,4% nel suo rapporto sull’Italia. (ANSA)