Il ribilanciamento tra Paesi in deficit e in surplus resta incompleto
PARIGI – Nelle sue previsioni aggiornate l’Ocse conferma la stima di una contrazione del Pil italiano dell’1,8% nel 2013. Il dato italiano è l’unico tra i Paesi del G7 ad essere negativo per l’anno in corso. ”L’Eurozona resta vulnerabile a rinnovate tensioni finanziarie, bancarie e sul debito sovrano”. Lo scrive l’Ocse nel suo Interim assessment. ”L’area euro nell’insieme non è più in recessione”, ma al suo interno il ”ribilanciamento” tra Paesi in deficit e in surplus ”resta incompleto”.
”Molte banche della zona sono insufficientemente capitalizzate ed appesantite da cattivi prestiti – prosegue l’Ocse – I recenti progressi verso una supervisione comune e i nuovi accordi sulle risoluzioni aiuteranno, ma sono necessarie misure per assicurare la qualità delle revisioni degli asset del prossimo anno e degli stress test bancari e per garantire adeguati accordi di supporto finanziario per ripianare carenze nel capitale bancario”.
Nonostante il ritorno della crescita economica, ”la disoccupazione resta elevata in molte economie avanzate, nonostante alcuni miglioramenti negli Usa e in Giappone”. Lo scrive sempre l’Ocse ricordando che ”lunghi periodi di elevata disoccupazione possono portare a un aumento della disoccupazione strutturale, che rimarrà tale anche quando la ripresa prenderà piede”.
L’economia mondiale ha ritrovato una crescita ”moderata”, ma ”una ripresa sostenibile non è ancora stabilmente costituita e restano importanti rischi”. Per questo, ”è necessario continuare a sostenere la domanda, anche attraverso politiche monetarie non convenzionali, per minimizzare il rischio che la ripresa deragli”. Nei Paesi con debito elevato, spiega l’organizzazione, ”la domanda interna debole è stata compensata solo in modo limitato da esportazioni più forti”, quindi servono ”riforme per aumentare la produttività”, che ”aiuteranno a migliorare la competitività e le performance nell’export”. Allo stesso tempo però, aggiunge l’Ocse, ”delle misure per creare condizioni più favorevoli all’investimento nelle economie in surplus aiuterebbero a ottenere una crescita più equilibrata nell’insieme dell’area euro”.
In particolare, spiega l’Ocse, ”negli Stati Uniti sarebbe appropriato che la Federal Reserve riducesse gradualmente il tasso di acquisto di bond, mantenendo la politica di tassi d’interesse bassi per un certo tempo in linea con l’attuale forward guidance”. Per quanto riguarda invece l’eurozona, ”devono essere mantenute condizioni monetarie accomodanti, mentre resta spazio per un ulteriore easing monetario se la ripresa non dovesse riuscire a prendere piede. Potrebbero inoltre essere necessarie misure addizionali per affrontare la trasmissione monetaria inefficace, per esempio la fornitura di incentivi diretti alle banche per espandere il credito all’economia reale”.
La situazione del nostro Paese però, mostrano le previsioni Ocse, dovrebbe progressivamente migliorare nel corso dell’anno: nel primo trimestre, la contrazione del Pil rispetto ai tre mesi precedenti è stata del 2,2% (dato annualizzato) e nel secondo dell’1%, ma nel terzo e quarto trimestre il ritmo di contrazione si ridurrà rispettivamente allo 0,4% e 0,3%. ”Gli indicatori suggeriscono che l’Italia sta uscendo, lentamente ma sta uscendo, dalla recessione in cui era caduta”. Lo ha affermato il vicecapo economista dell’Ocse, Jorgen Elmeskov. In questo scenario però, ha aggiunto, ”ci sono una serie di cose che potrebbero succedere” e di cui non si può rendere conto nelle cifre, come ”il rischio politico” legato all’attuale instabilità e ”un rischio eurozona, più ampio, che potrebbe avere un impatto”. (ANSA)