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STUDI – Con caro-tassi prestiti a Mpi calano dell’8,2%. Granelli: “Serve riforma Fondo centrale Garanzia”

Prosegue il rialzo dei tassi interesse da parte della Banca centrale europea, con effetti sull’economia e sui bilanci aziendali che si fanno sempre più evidenti. A fronte di un’inflazione che a luglio 2023, pur mostrando una decelerazione, si colloca al 5,3% in Eurozona e rimane lontana dal target del 2%, lo scorso 27 luglio il Consiglio Direttivo della Bce ha rialzato ancora i tassi di 25 punti base. Nella prossima seduta del prossimo 14 settembre potrebbe esservi una pausa temporanea, o un ulteriore aumento. Da luglio dello scorso anno i tassi ufficiali sono stati rialzati nove volte, per complessivi 425 punti base.

In parallelo alla normalizzazione della politica monetaria si sta registrando un raffreddamento della congiuntura. Secondo le ultime stime di Eurostat, nel secondo trimestre del 2023 il PIL dell’Italia scende dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, mentre in Eurozona sale dello 0,3%; su base annua il PIL in Italia sale dello 0,6%, in linea con la media dell’Eurozona. Nel secondo trimestre dell’anno, si rileva ‘crescita zero’ per la Germania, dopo due trimestri consecutivi in negativo (recessione tecnica). Sul calo in Italia pesa il contributo negativo della domanda interna. Con la perdita del potere di acquisto delle famiglie, nei primi cinque mesi del 2023 il volume delle vendite al dettaglio scende del 3,7% su base annua.

Con la minore domanda e l’aumento del costo del credito – quest’ultimo a seguito dei rialzi incorporati fino a maggio impatta sui costi delle MPI per 6,7 miliardi di euro – si associa una riduzione dei prestiti alle imprese.

Il trend dei prestiti – A giugno 2023 i prestiti alle società non finanziarie diminuiscono del 2,9%, in controtendenza rispetto al trend in Eurozona (+3,0%). Secondo gli ultimi dati sulla dinamica del credito per dimensione d’impresa – corretta soprattutto per le cartolarizzazioni – contenuti nel report dell’Ufficio Studi sul mercato del credito, a maggio 2023 i prestiti alle piccole imprese fino a 20 addetti scendono dell’8,2% (era -4,4% a marzo), flessione più marcata del -4,2% (era -1,3% a marzo) del totale delle imprese.

A livello territoriale, i dati sono riportati nell’Appendice statistica al report, l’analisi degli ultimi dati a marzo 2023, evidenzia una diminuzione diffusa dei prestiti alle piccole imprese. Tra le principali regioni si rilevano flessioni meno accentuate in Sardegna con il -0,2% (vs. +1,3% totale imprese), Calabria con il -1,5% (vs. +0,7% totale imprese), Puglia con il -2,0% (vs. +0,6% totale imprese) e Campania con il -2,1% (vs. +1,8% totale imprese). All’opposto flessioni più marcate per Provincia Autonoma di Trento con il -6,8%, Veneto con il -6,7%, Friuli-Venezia Giulia con il -6,6%, Emilia-Romagna con -5,9% e Liguria con -5,8%. Solo in Lazio, Liguria e Provincia Autonoma di Trento la performance dei prestiti alle piccole imprese, seppur negativa, risulta migliore di quella del totale imprese.

Per avere alcune indicazioni sulla dinamica del credito all’artigianato è possibile considerare la dinamica dello stock dei prestiti al segmento delle ‘Quasi società artigiane’ – nella classificazione di Banca d’Italia si tratta di ditte individuali, società di fatto e semplici con almeno 6 addetti e società di persone – che rappresentano circa la metà (53,5% nel 2019) dei prestiti all’artigianato. Tali prestiti registrano ad aprile 2023 una flessione del 9,5% (era -6,1% un anno prima).

Le valutazioni qualitative dell’indagine sul credito bancario evidenziano che tra i fattori che influiscono sulla tendenza dei prestiti registrano una accentuazione sia il calo della domanda degli investimenti che il rialzato livello dei tassi di interesse. Ad aprile 2023 emerge un ulteriore irrigidimento delle condizioni dell’offerta di prestiti alle imprese. La percentuale netta di imprese che riportano difficoltà di accesso al credito nel secondo trimestre 2023 rimane elevata.

“La stretta monetaria – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – rischia di condizionare le prospettive delle nostre imprese. Basti dire che, nell’ultimo anno, le micro e piccole imprese hanno subito un aumento di 6,7 miliardi del costo del credito. I nostri dati mostrano anche un crollo nell’accesso ai finanziamenti bancari da parte delle Mpi. Diminuiscono molto la richiesta di credito a medio-lungo periodo e la spesa per investimenti. Segno che gli imprenditori sono prudenti e in attesa di certezze. Per quanto riguarda il credito di piccolo importo, le banche tendono sempre più a spostare la domanda delle imprese verso le finanziarie del credito al consumo, con aggravio significativo dei costi per interesse. Altro fenomeno da tenere sotto controllo è il trend dei tempi di pagamento tra imprese che dà segnali di rialzo ed è sintomo di possibile ulteriore aumento della pressione sul fronte dell’accesso al credito. La situazione va affrontata con una riforma del Fondo centrale di garanzia che deve sapersi adeguare strutturalmente alle mutate condizioni di mercato, cessando di operare ‘in emergenza’ e recuperando la necessaria efficace allocazione delle risorse pubbliche a sostegno delle imprese che incontrano maggiori difficoltà nel rapporto con il canale bancario. Se lo Stato deve impegnare ingenti risorse per garantire un’alta percentuale di garanzia, nell’ordine dell’80-90 per cento, allora diventa ineludibile una adeguata policy pubblica, che Confartigianato sollecita da tempo, a supporto delle micro e piccole imprese. Per superare le strettoie del credito ordinario, serve un mix di strumenti di incentivazione e di credito agevolato, ispirato ad un’efficace azione di programmazione delle politiche di sostegno all’impresa diffusa”.

In chiave provinciale, considerando i prestiti al totale imprese, si osserva che in 15 province rappresentative del 28,7% dei prestiti totali alle imprese lo stock del credito sale su base annua, in 32 province, rappresentative del 18,5% dei prestiti, il credito scende meno della media nazionale, mentre in 60 province, in cui si addensa più della metà (52,8%) dei prestiti, il credito scende con una intensità superiore a quella media nazionale.

 

Dinamica dei prestiti bancari per regione: piccole imprese e totale imprese

marzo 2023. Variazioni % tendenziali corrette – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia

 

Dinamica prestiti artigianato

Giugno 2012- aprile 2023. Variazioni % tendenziali non corrette, quasi società artigiane – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

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