Serve un piano di rientro, arretrati oltre quota 70 miliardi
BRUXELLES – L’Italia deve sbloccare i pagamenti arretrati alle imprese (oltre 70 miliardi) per far ripartire l’economia. E’ l’appello lanciato dal vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, nel quadro della applicazione della direttiva Ue sui ritardi dei pagamenti. Le norme Ue, però, non avranno effetto retroattivo. Per questo è “urgente e vitale per l’Italia – ha detto Tajani – attuare un piano di rientro efficace” dai debiti pregressi entro un anno “quale misura per uscire dalla recessione”. I tentativi finora fatti da Roma, ha osservato il vicepresidente dell’esecutivo Ue, si sono “arenati su procedure farraginose e sulla rigidità del Patto di stabilità interno”. Il responsabile Ue all’industria propone quindi che le pubbliche amministrazioni italiane che hanno la disponibilità finanziaria per farlo sblocchino i pagamenti, svincolandoli dal Patto di stabilità.
Per gli altri si dovrebbe pensare a un’emissione di bond in modo da coprire comunque i pagamenti inevasi. I pagamenti alle imprese avranno un impatto su deficit e debito pubblico, ma questo – è il ragionamento – non dovrebbe avere conseguenze negative sui mercati che sono già consapevoli dell’esistenza del problema. Anzi, si tratterebbe di un’operazione di trasparenza che dovrebbe far riguadagnare la fiducia. Sarebbe poi solo una misura “una tantum”, quindi, sottolinea Tajani, “al di fuori delle dinamiche del debito”. Questo sta lavorando con il collega Olli Rehn per aiutare i paesi in ritardo sui pagamenti (nell’Ue sono 180 i miliardi di euro di arretrati, di cui circa metà dell’Italia – 71 secondo le stime di Bankitalia) ad effettuarli nel rispetto dei criteri Ue.
Il vicepresidente della Commissione nei prossimi giorni si appresta anche ad inviare una lettera all’Italia chiedendo di correggere – pena l’apertura di una procedura d’infrazione – parte della norma con cui ha recepito la direttiva Ue sui ritardi dei pagamenti, troppo vaga e che rischia di consentire troppo spesso la deroga dei pagamenti a 60 giorni. Le nuove norme Ue, per il recepimento delle quali la scadenza ultima è il 16 marzo prossimo, obbligano le autorità pubbliche a pagare le imprese entro 30 giorni e, solo in circostanze eccezionali, entro 60, pena il pagamento di interessi di mora dell’8% superiori al tasso della Bce. (ANSA)